[Recensione] Lord of the Shadows - Darren Shan (Cirque du Freak #11)

Salve a tutti! Oggi vi propongo il mio pensiero sul penultimo volume della serie "Cirque du Freak" di Darren Shan. Devo dire che è stata un'esperienza, e ho paura di prendere in mano l'ultimo libro...

Potete trovare le recensioni ai volumi precedenti qui: A Living Nightmare, The Vampire's Assistant, Tunnels of Blood, Vampire Mountain, Trials of Death, The Vampire Prince, Hunters of the Dusk, Allies of the Night, Killers of the Dawn, The Lake of Souls



Titolo: Cirque du Freak #11: Lord of the Shadows

Autore: Darren Shan

Genere: Horror per ragazzi

Casa Editrice: Harper Collins UK

N° di pagine: 241

Prezzo: €2,85 (Kindle)

Link per l'acquisto: Amazon (Kindle)

The eleventh part of the Saga of Darren Shan – one boy’s terrifying journey from human to half-vampire to Vampire Prince.

Darren's going home. Back to where everything started. The town's changed a lot in the years that he's been away – but then, so has Darren.

Plagued by nightmares of what the future seems to hold, Darren feels uneasy revisiting the place where he was re-born as a child of the night, as though the universe (as though destiny) is plotting to throw something very nasty at him on the streets of his old home.

It is.

Darren ora è di nuovo al Cirque du Freak, perché così gli dice il cuore. Le sue giornate e quelle di Harkat passano ad aiutare i membri del circo e ad aspettare il momento in cui i due amici si troveranno faccia a faccia con il Signore dei Vampaneze. Purtroppo, però, il passato richiama Darren inesorabilmente, e il giovane Principe si troverà di nuovo tra le strade della sua vecchia città. Cosa accadrà, è solo destino...

In questo undicesimo volume ne accadono di tutti i colori, tant'è che una mia amica mi ha detto che è il più triste di tutti prima che mi mettessi a leggerlo. In effetti, ha ragione.
Arrivati a questo punto non so neanche cosa scrivere, se non che Darren Shan (l'autore) è... un genio? Una persona orribile? Entrambi? Non lo so. 
Comunque, ho trovato questo libro un po' lento all'inizio, o forse è solo il fatto che è l'undicesimo di una serie. Nella seconda parte, invece, tutto diventa più interessante e complesso, con qualche colpo di scena piuttosto triste (non nel senso che è fatto male, eh, ma che è da lacrime).
È stato bello rivedere qualche personaggio, altri molto meno (*tossisce* Steve *tossisce*), e ci sono stati dei punti che davvero non mi sarei aspettata.

Quello su cui mi sono concentrata di più, in questo libro, è Darren. O meglio, mi ha attratta il suo comportamento, l'immensa paura di diventare un mostro come Steve. E il fatto che a volte si intravede in lui quella crudeltà immensa che lui nega di avere. Praticamente sputando sulle ultime parole di Larten, Darren si lascia trascinare dalla rabbia e dalla vendetta e chi gli sta attorno deve fargli capire che sta sbagliando. La lotta esistenziale di Darren contro il proprio destino è una delle cose che mi attrae di più, e ho paura di scoprire cosa accadrà nell'ultimo volume.
Steve, la nemesi di Darren. dimostra sempre di più la sua inutile crudeltà, il suo odio infondato. Personalmente, non penso che se le cose fossero andate diversamente Steve sarebbe una buona persona. Non è nella sua natura.
A questo punto l'unico che può fare qualcosa, che può forse evitare una strage, è Vancha. Non per niente è il mio secondo personaggio preferito (al primo posto c'è ovviamente Gavner). L'unica sua pecca è che ha un ego smisurato!
Suo fratello Gannen... In effetti mi dispiace parecchio per lui, perché si ritrova Steve come una palla al piede, un Vampaneze che disonora l'intero clan col suo comportamento. Poveraccio, fate andare Gannen in vacanza, non so come non sia impazzito a stare così vicino a Steve.
Rivediamo, per poco, anche personaggi del primo volume, e ho intravisto un collegamento con la storia breve natalizia scritta dall'autore e che ho letto qualche mese fa. Non dico cosa, però.
Forse quello che non mi è piaciuto molto è il comportamento di Debbie, che non mi è mai stata molto simpatica. È debole, a tratti patetica. Non ha la stoffa per diventare un vampiro, e sinceramente rimpiango molto Arra.

Lo stile è sempre abbastanza semplice, adatto per i ragazzi per cui è stato scritto, e anche chi ha difficoltà con l'inglese penso possa leggerlo tranquillamente. Forse le cose cambieranno con la quadrilogia su Larten...

Intanto, io ho paura di prendere in mano l'ultimo volume.

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