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[Review Party] La Prima Legge #3 - L'ultima ragione dei re - Joe Abercrombie


Oggi vi parlo dell'ultimo volume nella trilogia "La Prima Legge" di Joe Abercrombie.
Gli altri volumi: Il richiamo delle spade, Non prima che siano impiccati






Titolo: L'ultima ragione dei re

Autore: Joe Abercrombie

Genere: Fantasy

Casa Editrice: Mondadori

N° di pagine: 1152 (intera trilogia)

Prezzo: €23,80 (Cartaceo) / €14,99 (Ebook)

Link per l'acquisto: Amazon












Logen Novedita è un guerriero in fuga dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un'ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l'Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l'ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l'idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull'Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell'oro e della tecnologia. Con questo affresco, ricco di pathos e umorismo nero, che comprende rovine ciclopiche e bettole, schermaglie politiche e duelli brutali in un cerchio di scudi, mercenari e prostitute, regine e banchieri, Joe Abercrombie ha portato il fantasy verso nuovi confini, capaci di fondere J.R.R. Tolkien e i noir americani, il realismo di G.R.R. Martin e l'ironia citazionista di Tarantino.








Nel secondo volume siamo arrivati a un nulla di fatto: Bayaz e gli altri non hanno trovato quello che stavano cercando, e per tutto il resto della combriccola di certo non va meglio. Anzi, è tutto un assoluto casino.

In questo terzo volume ne succedono di tutti i colori, ma ammetto che leggendo i tre volumi così ravvicinati comincio a confondere gli eventi. Perdonatemi. Comunque, questo è sicuramente il volume che, nella trilogia, mi è piaciuto di meno. Tutto quello che mi aspettavo, quello che desideravo, non è successo. E non parliamo poi dell'ultimissima pagina, che è stata una cosa veramente infame.
Insomma, da un lato questo libro mi ha sorpreso, negativamente, e dall'altro è stato comunque una piacevole lettura nel suo complesso.
Inoltre, non è facile gestire così tanti personaggi, ma Abercrombie ci è riuscito perfettamente. Anche perché sono tutti piuttosto egoisti e coi propri scopi.

Ovviamente, come ho detto nella recensione al primo volume, tutti i personaggi sono degli stronzi, bastardi, arroganti, presuntuosi e chi ne ha più ne metta. Ma quello di cui davvero non mi sono mai fidata è Bayaz, che mi puzzava di... sleale. E bugiardo. Ovviamente non vi dico se alla fine ho avuto ragione o meno, ma penso che potreste intuirlo. Eppure, ho apprezzato come Abercrombie abbia maneggiato il suo personaggio, come lo abbia infilato in ogni possibile anfratto, come ci abbia fatto credere una cosa per poi distruggerla poco a poco.
Tutti, Jezal, Logen, Ferro, Glokta, persino gli altri magi, sono solo pedine, mentre Bayaz sembra dirigere i giochi; anche piuttosto bene, tra l'altro.
Se nel secondo libro pensavo che, in qualche modo, almeno i membri del gruppo assieme a Bayaz fossero cambiati, mi sbagliavo bellamente. Nessuno di loro ha imparato nulla, tranne forse Jezal, in qualche modo. È un po' deludente, ma in un certo senso realistico. Ovviamente le persone cambiano, non lo nego, ma per questo gruppo di sciagurati era impossibile.
Comunque, Logen rimane il mio preferito; con tutti i suoi difetti e la sua sindrome da "Dr Jekyll e Mr. Hyde", è comunque il più leale e più interessante. Ferro non è riuscita a piacermi, almeno non del tutto. Glokta... Be', a me piace, ma non è esattamente una persona per bene. Anche se forse ha capito alcune cose lungo la strada.
Spostandoci invece sugli altri personaggi... A parte West, erano tutti ben dimenticabili, pedine poco importanti in un gioco più grande di loro. 
West è un po' un "cosi così", per me: da un lato non posso perdonare quello che ha fatto alla sorella, pur essendo lei una cretina, dall'altro è un personaggio che mi piace molto. Mentre per quanto riguarda i Nordici con Mastino posso dire solo "meh". Le pagine con loro erano tra le più noiose.

Dello stile ho già parlato nelle altre due recensioni. Posso dire che penso sia migliorato, ma non molto di più.

Nel complesso, una buona trilogia. E spero che Un piccolo odio mi piaccia.



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