«Cani e colombi? Forza! È ora di ricominciare! Vi aspettiamo dentro!»
La voce stridula di Laurent ci giunse dalla grande veranda di uno dei bungalow. Le sorrisi e insieme raggiungemmo il set allestito all’interno. Indossai pantaloni bianchi e camicia altrettanto candida, che mi invitarono a lasciare aperta. Emily aveva dei pantaloni morbidi e un top che le fasciava il seno. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Speravo solo che fosse indulgente con me e non mi scambiasse per uno che voleva portarla a letto nel più breve tempo possibile. Tanya arrivò a passo deciso, squadrandoci in modo meticoloso. Chiese di sistemare il cane ai piedi del letto e a noi di salirci.
«Jett, immagina. Siete una coppia giovane e innamorata. L’amore si deve vedere, ok? Non è un amore platonico. Ce l’hai tra le mani. Falle capire che la vuoi. Ne verranno scatti stupendi. Forza!»
Presi Emily tra le braccia godendo del contatto con la sua pelle. Era calda e profumata e mi inebriò. Non le avevo chiesto l’età, ma, nonostante il trucco, sembrava davvero molto giovane. Le passai lentamente il palmo aperto sulla schiena fino a scendere sui suoi lombi. Lei si avvicinò facendo toccare le punte dei nostri nasi. Aveva le lentiggini e io pensai di non averle mai trovate così sexy come in quel momento. La sua bocca era definita e piena, sembrava un frutto succoso e morbido e io mi riscoprii affamato. Un desiderio bruciante si impossessò di me e le sfiorai le labbra con le mie: uno tocco leggero, una tortura lenta, come quando ci si concedeva di accarezzare quanto si sapeva già esserci precluso. Era una cosa irrazionale, un momento fuori dal tempo, in un contesto innaturale: tutti elementi che passarono in secondo piano. Il mio corpo aveva già reagito e la cosa stava diventando imbarazzante.
Ci fu un’altra pausa e ne approfittai per allontanarmi un po’ troppo in fretta. Lei mi mise una mano sulla spalla, delicatamente.
«Va tutto bene?»
«Sì, è tutto ok. Non ti preoccupare.»
«Ci aspettano le foto nella doccia.»
«Fantastico! Arrivo tra due minuti.»
Respirai a fondo cercando di pensare agli aspetti meno belli del mio lavoro, a tutte quelle situazioni in cui ringraziavo il cielo d’aver avuto in dono uno stomaco forte o alle prese per i fondelli che mi avrebbe riservato Stephen quando l’avrebbe saputo. Tutto l’impegno che ci misi fu annullato dopo che il primo getto d’acqua tiepida colpì Emily. Il tessuto diventò trasparente e aderì al suo corpo come una seconda pelle. Il suo seno era pieno e marmoreo allo stesso tempo, coi capezzoli così scuri da creare un forte contrasto col bianco niveo della sua pelle.
«Jett, non startene lì imbambolato! Non te la vorresti scopare? Faglielo capire!»
L’intervento di Tanya risultò sgradevole sia nei toni che nei contenuti. Non avevo bisogno di sforzarmi né di inventare. Stavo desiderando la ragazza che avevo tra le braccia in modo profondo. Alzai le braccia di Emily sopra la sua testa e abbassai la mia per sfiorarle la bocca. Quando sentii la raffica di scatti, proseguii guidato da lei fino a appoggiare la fronte alla base del suo collo. Il mio corpo reagì con esuberanza e orgoglio. Emily se ne accorse e assunse un’aria compiaciuta e birichina che mi spiazzò. Mi fece abbassare la testa fino a offrirmi i capezzoli e coprì con la mano la mia erezione. Non ne sarei uscito degnamente in alcun modo.
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