TESTIMONIANZE
Elisa Tomassi
Racconti
Narrativa
Contemporanea
125 pagine
GFE
Editrice
data di uscita25/05/
2023
Link: Testimonianze Elisa Tomassi
TRAMA
Ricordi e fantasie si mescolano in quattordici racconti, in cui i personaggi, in bilico tra dramma e grottesco, animano storie spesso connotate dal desiderio di riscatto da condizioni deprivanti. Ci si presentano il ragazzo che, nell'affrontare un padre difficile, compie una scelta delittuosa in apparenza semplice, la donna minacciata da uno scugnizzo nella metropoli notturna, le giovani ballerine che ordiscono uno scherzo ai danni di un'insegnante dagli sguardi opachi, la quarantenne che affronta la sua antica paura dell'acqua. In altre storie, i personaggi ruotano intorno al mondo giudiziario, secondo sguardi variegati: quelli della ricorrente licenziata che racconta la sua verità, della giovane P.M. che affronta una giornata particolare in udienza, del giudice civile che ascolta un testimone vittima di un lavoro pericoloso ma ritenuto per anni innocuo, del medico legale puntiglioso che trova nell'informatica il suo tallone d'Achille. Le narrazioni nascono da spunti realistici e dalle suggestioni provenienti da una città ricca come Napoli. In alcuni casi, sono i conflitti di genere a causare contrasti interiori, in altri le paure hanno origini lontane: la complessità delle vicende umane può e deve essere letta da punti di vista differenti, in cui l'altro riflette una parte di noi, spesso la più oscura
_________________ BIOGRAFIA AUTRICE________________
infosopralerighe@yahoo.com
_________________ RECENSIONE ________________
Salve a tutti,
Sono Domenico, da poco ho avviato una collaborazione con l’Agenzia Sopralerighe: una realtà moderna, individualista e “sopra le righe” perché dice sempre ciò che pensa mettendo i puntini sulle “i”.
Ho letto per loro questa silloge “Testimonianze” scritta da un’autrice rappresentata dall’Agenzia: Elisa Tomassi.
Il libro, edito da GFE Editore, si compone di quattordici racconti che narrano, attraverso storie, percorsi di vita, situazioni, emozioni differenti, scelte sbagliate o giuste, retaggi culturali e societari opposti che in qualche modo creano un mosaico corale di storie parallele, simili le une alle altre. Una raccolta dove si evince una forte impronta dell’autrice e una padronanza di lessico forbita, notevole e ben calibrata che dà al lettore la sensazione di osservare le scene sullo stipite della porta, percepire gli aspetti psicologici dei diversi personaggi che si destreggiano, molti di loro, in dinamiche giudiziarie.
Nel primo racconto viene descritta la famiglia di Gaetano: uomo disoccupato, ex bidello, che si ritrova a portare avanti la sua famiglia e confrontarsi, nello stesso tempo, con il figlio Pinuccio il “grande” che è una figura autoritaria, dato che è lui a portare il pane a casa (ma non sempre lo fa in maniera legale). Nel racconto si evidenzia il valore dei legami familiari, soprattutto lo scontro generazionale tra lui e il padre. Una storia di famiglia semplice, dove vengono esaltati l’affetto, il ricatto mentale, i segreti, l’autorevolezza, gli errori. Descritto in maniera precisa e nuda attraverso un linguaggio popolano e terrafico.
Nella seconda narrazione troviamo invece la storia di Marta, giovane apprendista avvocato che una notte, dopo aver fatto tardi al lavoro, sta rientrando. Incontra dei ragazzini scugnizzi che osteggiano la zona dove la donna si ritrova a sua insaputa. Marta, astuta e ostinata, seppur intimorita, sfugge alla loro presa arrogante e si difende rientrando a casa, senza però considerare che il pericolo è proprio dentro le mura. Alla base del racconto c’è la prepotenza, la violenza domestica, verbale e psicologica, nonché una forte inferiorità e manipolazione.
Nella terza esposizione invece c’è Maria, una bambina che viene affidata da una madre protettiva e semplice ai figli più grandi: Cesare e Antonio, caricandoli di responsabilità. I fratelli, approfittando del fatto che la sorellina è impegnata a giocare, decidono di allontanarsi per incontrarsi con gli amici. Maria si rende conto ben presto che i fratelli sono spariti, ma non si lascia prendere dal panico perché può contare sulla compagnia di “Liliana” la sua bambola, un’amica immaginaria. Armata di coraggio e indipendenza, riuscirà a trovare la via di casa. La storia, attraverso Maria, ci fa capire che non abbiamo bisogno di nessuno, che il mondo là fuori è ben peggiore e che dovremmo fare affidamento su noi stessi. C’è spirito di rivalsa e indipendenza femminile.
Si prosegue con la storia di una donna che desiderava fare la ballerina. La vità e alcune circostanze differenti hanno cambiato i suoi piani. I ricordi di quando era piccola tornano inesorabili. La protagonista ripercorre i tempi in cui studiava con l’algida e fredda insegnante di danza, Valentina Genovesi e quando, per stanare la sua severità, lei e le sue compagne di corso avevano deciso attuare un piano machiavellico ben congeniato. Anche in questo caso si percepisce un fattore di riscatto personale contro un sistema tossico e rigido dove vengono evidenziati il limite, le ombre oscure e quelle chiare e le paure.
Il quinto tratta di Gaetano Carlini, capocantiere della Top Installazioni di Torino che porta avanti, a fatica, la sua famiglia: una moglie disoccupata e quattro figli da allevare. Si narra di come Gaetano, in un momento di disperazione e frustrazione, stipuli un accordo con Alfredo Zacchetti, titolare del ristorante dove lui e i suoi colleghi pranzano, per fregare e raggirare, attraverso ricevute fiscali fasulle, il suo capo, il signor Gerundi. Ma Gaetano, una volta scoperto, assieme al suo avvocato, troverà un modo alquanto discutibile e folle per salvarsi la faccia. Questo racconto ci insegna di come a volte, in una società oppressa e costeggiata da problemi finanziari, economici e personali, una persona possa ricorrere a mezzi illeciti e del tutto scorretti pur di sopravvivere.
Nel sesto ci troviamo di fronte alla storia di Annapaola Pafundi, ex direttrice del centro benessere dell’Hotel Palma, che si ritrova a doversi difendere da alcune accuse mosse dal suo ex datore di lavoro e dalla proprietaria dell’hotel, Katia Gallieri, che ha portato la donna in tribunale per inadempienza e con l’accusa di avere arrecato danno all’immagine della società. Annapaola, però, dovrà fare i conti anche con un’altra spina nel fianco: la De Magistris, il giudice del processo che cercherà di metterle i bastoni tra le ruote. Annapaola, in un momento di frustrazione e tensione, ricorre a un metodo ortodosso e alquanto bizzarro per mettere fuori dai giochi il giudice. La storia insegna che a volte, pur di difenderci, proteggerci e tutelare la nostra persona e i nostri diritti siamo disposti a tutto, anche a scendere a compromessi ortodossi e ingannevoli pur di raggiungere il nostro obiettivo, ma non sempre con i risultati sperati.
E arriviamo alla settima storia. Un uomo sta aspettando la sua donna per soddisfare il suo piacere carnale. È impaziente, ma cerca di mantenere il controllo e l’esigenza naturale che sta prendendo il sopravvento. E a complicare tutto ci penserà il modus operandi che ha la ragazza, molto abitudinaria, prima di mettersi a letto. Morale del racconto? Che a volte l’attesa del piacere è essa stessa il piacere , come direbbe Gotthold Ephraim Lessig, mai più vera fu tale affermazione per poter far capire bene il concetto stesso del racconto.
Nell’ottavo, Rossella, una giovane ragazza di vent’anni ripercorre la sua infanzia. Dal lontano ’83 quando nell’estate dei suoi otto anni aveva imparato a nuotare ma con scarsi risultati perché vittima di attacchi di panico, paura e insicurezza. Fobie che l’hanno accompagnata a lungo, fino a quando, senza fare leva sull’aiuto degli altri, si renderà conto che potrà imparare anche grazie solo alle sue forze. Cosa vuole dirci questa storia? Che quando non riusciamo in qualcosa, anche se qualcuno ci aiuta, non dev’essere un fallimento vero e proprio. Non dobbiamo abbatterci o basare il nostro percorso di vita su questo insuccesso. Siamo umani, sono cose che succedono: si sbaglia, c’è chi impara e chi rinuncia.
Nel nono racconto si narra di una ragazza e sua zia Agata, pittrice, donna dai sani valori e dedita alla famiglia. La nipote appena possibile, ama trascorrere il tempo con la zia, ma ogni volta che si reca a casa sua, non può fare a meno di notare un ritratto “incompiuto” che rappresenta il figlio Carlo sparito anni fa. La donna non riesce a portarlo a termine perché aspetta ancora il suo ritorno. Mi ha colpito molto questa parte: “soffrire e piangere è umano, soffrire e stare zitti è coraggioso, soffrire e sorridere è divino”. Niente di più vero, perchè a volte sorridiamo anche se dentro soffriamo, ma non vogliamo mai darlo a vedere a chi ci sta intorno e a chi ci vuole bene. Morale? Questa storia mi ha insegnato che non tutto finisce davvero perchè le persone a noi care che se ne sono andate possono vivere in eterno. Come? Attraverso un libro, un film, uno scritto, un’immagine, un momento, un ricordo, un ritratto.
Nel decimo racconto ci troviamo davanti a un PM che deve affrontare il caso di Francesco Marrocco accusato dalla sua compagna di avere abusato di lei sessualmente e averle causato delle lesioni fisiche. Ben presto il nostro PM si renderà conto di trovarsi davanti a una “doppia verità”. Cosa mi ha insegnato questa storia? Che a volte, ci sono davvero doppie verità. Che si tratti di un contesto privato o pubblico, di natura legale e non, ci sono sempre doppi sensi da scoprire e obiettività da fare emergere.
L’undicesimo racconto tratta del giudice Ferrari alle prese con un nuovo caso da risolvere: il teste, Antonio Ummarino, operaio della Italsider di Bagnoli, depone in favore di Alberto Veraldi, morto prematuramente. L’uomo sostiene con tutta la forza e la credibilità di cui è capace che il suo collega e amico sia morto per aver respirato l’amianto per anni nell’azienda Qual è il principio di tutto? A volte nella vita, per proteggere qualcuno o magari far sentire meglio una persona, che sia un parente, una persona amata e uno sconosciuto, si fa ricorso, spesso e volentieri, a bugie cosiddette “bianche”. Lo si fa per proteggere gli altri e anche noi stessi.
Nel dodicesimo racconto Angelica, una donna che ha vissuto la sua vita prendendosi cura dei figli e della famiglia, dopo che l’ultimo rimasto, Vincenzo, ha deciso di trasferirsi e andarsene, si ritrova sola. Ma un giorno, a rompere quella solitudine e calma apparente, ci penserà Alessandra, una donna anziana che si è trasferita da poco. Tra le due nasce un rapporto di confidenza tanto da spingere Angelica a raccontare storie intime e segreti della sua relazione con Santo, il suo defunto marito che amava. Qual è l’insegnamento? Che la vita non finisce mai di sorprenderci: passiamo il tempo a costruire, a mettere su famiglia, figli, doveri e a prenderci cura di tutto, ma a volte, ci dimentichiamo della parte più importante e intoccabile di tutte, quale? Noi stessi.
Il tredicesimo racconto ha come protagonista Enrico Bolzano, medico legale dell’Asl di Napoli. L’uomo, dopo anni di onorata carriera, risente della stanchezza e infelicità nel fare un lavoro che non avrebbe voluto mai fare. La consapevolezza si intensifica quando una collega gli fa notare che ha sbagliato alcune diagnosi e lui, ostinato e convinto, non accetta di essere contraddetto o che qualcuno metta in discussione le sue capacità di medico. Un giorno però si ritroverà davanti al caso della signora Roviezzo, accompagnata da sua figlia Rita Esposito: le due donne, furbescamente, stanno cercando di farsi beffe dell’intelligenza e serietà dell’uomo. Cosa vuole insegnarci tutto questo? Nella vita a volte si fanno delle scelte obbligate, scelte che ci possono portare a fare azioni volute e non volute, altre volte ingannevoli e altre stupendoci di noi stessi.
Nel quattordicesimo e ultimo racconto ci troviamo di fronte a Massimiliano Bianco, sovraintendente di polizia presso il commissariato di Napoli Poggioreale, che viene fermato dalla polizia che gli comunica che sua moglie, Angela Carbone, è stata trovata morta nella loro casa e non si conosce il colpevole dell’omicidio. Nelle relazioni, a volte, alcuni tendono a incanalare una specie di dedizione e venerazione verso la persona con cui stanno, anche se subiscono cattiveria, tradimento e umiliazione, ma nello stesso tempo, imperterriti, continuano a mantenere in essere il rapporto.
VOTAZIONE: 4 stelle.
La recensione potete trovarla su Goodreads
Alla prossima lettura interessante,
Domenico
0 Commenti