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NOVITÀ
NARRATIVA e RAGAZZI
MARZO - APRILE 2024 Garzanti- Corbaccio Chiarelettere MARZO/APRILE
«La nostra prima iniziativa fu quella di cambiarci il nome. Saremmo diventate Saffo.» Ci facciamo chiamare così perché vogliamo essere libere e indipendenti. Vogliamo avere idee e prospettive. Vogliamo essere attrici, scrittrici, o qualunque cosa scelgano i nostri sogni. Vogliamo avere speranze e infinite possibilità. Vogliamo essere e sentirci donne nel modo in cui piace a noi e a nessun altro. Ma non sempre è possibile. Molte volte, ci obbligano a sottostare al volere degli altri. Molte volte, altri prendono le decisioni al posto nostro. Molte volte, siamo costrette a sposarci, a essere madri, a essere docili, a essere belle come dicono loro, a dire sempre di sì. Ed è allora che decidiamo di resistere, di lottare, di ribellarci. Siamo Lina Poletti, Virginia Woolf, Natalie Barney, Romaine Brooks, Sarah Bernhardt, Isadora Duncan, Nancy Cunard, Gertrude Stein e Radclyffe Hall. Siamo qui a dirvi cosa vuol dire essere donna quando non hai una voce. Quando soffocano la tua voce. Siamo qui a dirvi che un futuro diverso è possibile. Siamo qui a dirvi che per viverlo bisogna lottare, ieri come oggi.
Selby Wynn Schwartz ha scritto un romanzo necessario, il miglior libro dell’anno tra quelli inclusi nella longlist del Booker Prize secondo «The Guardian» e «The Independent». Amato dai librai indipendenti, è stato acclamato dalla critica. Con uno stile lirico e intenso, ripercorre la storia, il mito, la politica, le leggi per raccontare di donne che hanno precorso i tempi senza sottomettersi al pensiero comune e alle convenzioni sociali. È una perla da tenere sul comodino, da sfogliare quando qualcuno che conosciamo è costretto ad agire contro la propria volontà. Dopo averne letto qualche riga, la speranza ritroverà la strada.
Dalla cima della collina che sovrasta un piccolo paese della Corea spunta una casa isolata. Da fuori non ha nulla di insolito, ma al suo interno c’è una lavanderia speciale, in cui è possibile lavar via anche le macchie che portiamo sul cuore. Ji-eun, la proprietaria, è lì ad aspettare con una teiera fumante. Fa accomodare chiunque entri e gli pone la stessa domanda: hai un ricordo doloroso che vuoi cancellare? Perché lei ha il potere di farlo, bisogna solo avere il coraggio di dar voce a quella sensazione, quel sentimento che non si possono proprio dimenticare. Così Jae-ha ricorda la propria infanzia, in cui spesso si è sentito abbandonato; mentre Yeon-hee rivive una relazione che l’ha fatta soffrire. Ji-eun li ascolta con attenzione, e poi accade l’inaspettato: Jae-ha e Yeon-hee comprendono che non basta eliminare i brutti ricordi per ritrovare la felicità. Le cicatrici che quelle esperienze hanno lasciato fanno parte di loro. Ma, con il tempo, da quelle cicatrici potrebbero sbocciare dei fiori. Così Jae-ha realizza che i genitori avevano buone intenzioni e Yeon-hee torna a credere nella magia dell’amore. La stessa Ji-eun capisce che deve smettere di nascondersi in un passato che non può cambiare. Tutti escono dal negozio più forti, sereni e consapevoli. Perché a volte guarire significa accettare il dolore. Significa amarsi nonostante gli errori commessi. Bisogna sorridere anche quando gli abiti che portiamo sono macchiati, perché possono essere la tavolozza più bella del mondo.
Il primo fenomeno editoriale che arriva dalla Corea. Finalmente esce in anteprima in Italia. Mezzo milione di copie vendute, sempre al primo posto delle classifiche. Un libro rifugio a cui affidare il cuore. Ognuno ha la magia di realizzare quello che vuole. Non bisogna dubitarne, bisogna crederci.
Se Mika Suzuki ha qualche difficoltà a convincere gli altri del mondo che ha inventato, Emiko Jean, la sua autrice, sembra aver convinto il mondo con il romanzo che ha scritto. Dopo essere stato in cima alle classifiche del «New York Times», Non c’è niente di vero è stato tradotto in oltre quindici lingue, riscuotendo un enorme successo. Un libro emozionante, dolce e dal ritmo incredibile. Una di quelle rare gemme, quei libri divertenti che, però, sanno toccare nel profondo dell’animo ogni genere di lettrice e lettore.
Pietro ha dieci anni e sa di
non essere un bambino come gli altri. Lo sa da quando in fasce e sua
mamma lo
ha
chiamato «barattato». Secondo lei, il suo vero figlio è stato
scambiato con un folletto del Piccolo Popolo
della
Montagna. Forse è colpa dei suoi capelli gialli come paglia o del
naso schiacciato come un bottone o
degli
occhietti che assomigliano all’uvetta, fatto sta che quel nomignolo
gli è rimasto attaccato come resina
di
pino. Anzi, anche gli abitanti del paese e gli altri bambini lo
prendono in giro, ad eccezione di Nilde, la
figlia
sorda del tagliaboschi. Grazie all’amica, Pietro è felice perché
inventa per lei storie sulla montagna
che
racconta con i gesti. Fino al giorno in cui arriva in paese un
Orologiaio che minaccia di portarlo via con
sé.
Pietro, allora, decide di farsi forte come pietra e di scappare via,
nei boschi che sono stati il suo rifugio,
nonostante
il cuore gli batta forte forte perché ha paura di incontrare i
temibili Folletti. Ma tra gli alberi si
cela
un segreto. Lì, Pietro scopre che il Piccolo Popolo esiste, solo che
è molto diverso da come se lo
immaginava…
Forse, finalmente, ha trovato qualcuno che gli vuole bene e lo
accetta così com’è.
Studiare per amore ci offre l’esaltante opportunità di scoprire ciò che crediamo di sapere da sempre,
e invece conosciamo molto poco.
Con la promessa che, quando volteremo l’ultima pagina,
saremo in grado di guardare fuori e dentro di noi con occhi nuovi.
accedere alla conoscenza, da bambini così come da adulti, è infatti osservare la realtà che li circonda. Attraverso lo
sguardo, ciascuno di noi leva gli ormeggi e prende il largo nel vasto oceano del sapere, preparandosi ad affrontare un
viaggio bellissimo e senza fine: contemplare un panorama o una rosa, un tempio o un dipinto, un cielo stellato o una
poesia permette infatti di cogliere le connessioni tra le cose e di entrare in contatto con il mondo intorno a noi sino a
sfiorarne i lidi più remoti e nascosti. Gardini porta la parola «studiare» fuori dalle aule scolastiche, spogliandola dei
significati deteriori eppure oggi più in voga: liberato dal senso del dovere e dell’imposizione, lo studente diventa
studioso, finalmente in grado di riconoscere nello studio la passione, l’intima ricerca, il dono di innumerevoli possibilità.
NOVITÀ
MARZO - APRILE 2024
7 giorni per ridurre lo stress
ELISSA EPEL
IN LIBRERIA DALL'1 MARZO
TRAMA
TRAMA
RaymondMoody indaga, da decenni, le esperienze di premorte.
Come
medico, ha avuto modo di raccogliere numerose testimonianze
di
chi, morto per qualche minuto e tornato tra i vivi, racconta
con
precisione di aver visto quanto accadeva intorno a sé o di
aver visto
una luce in fondo a un tunnel o di aver parlato con
le persone amate e
morte da tempo.
In questo libro propone
gli episodi più significativi a cui ha assistito
suddivisi in
sette tipologie: esperienze fuori dal corpo, premonizioni,
luce
trasformatrice, lucidità terminale, trasformazione personale
dopo
una esperienza di premorte, esperienze sensoriali,
specchio
psicomanteo per cogliere il riflesso di una persona
cara defunta. Sulla
base di queste esperienze, dirette e
indirette, narrate con passione e
rigore condivide la sua più
profonda convinzione: sebbene non sia
ancora dimostrabile
scientificamente, la vita oltre la vita esiste ed è
documentabile
e documentata.
Cinquant’anni di ricerche condensati in un
libro illuminante che
risponde alla domanda più urgente di ogni
uomo: che cosa succede
quando moriamo? Attraverso case-study,
interviste con esperti e le
più aggiornate ricerche
scientifiche, Raymond Moody indaga con
rigore e passione le
esperienze paranormali aprendo la mente del
lettore a nuovi
orizzonti
«Un libro che sollecita la curiosità e l’interesse
di ciascuno di noi.» —
Publishers Weekly
UN’INDAGINE PUNTUALE CHE SMASCHERA I FALSI MITI
DEL “SOGNO MILANESE”
opportunità, capace di attrarre giovani da tutto il mondo e trainare
la crescita economica del Paese sembra essere entrato
definitivamente in crisi.
Gianni Barbacetto, grande firma del giornalismo italiano, è stato tra
i primi a osservare come la gloriosa narrazione di questi anni sia
stata in realtà superficiale, simile a un esercizio di marketing più che
portatrice di un vero cambiamento.
Oggi, le conseguenze di quegli errori sono sotto gli occhi di tutti:
privatizzazioni senza limiti; tende piantate davanti alle università
come forma di protesta contro affitti carissimi; episodi di violenza
sempre più frequenti e un senso di insicurezza diffuso; incidenti
stradali ormai all’ordine del giorno, dove le vittime sono quasi
sempre ciclisti e pedoni.
In questo reportage, documentato e attualissimo, Barbacetto
guarda al di là della città della rendita, del lusso e del divertimento
per immergersi nella Milano più reale e più dura in cui, insieme al
valore immobiliare, crescono anche le disuguaglianze sociali:
mentre i ricchi sono sempre più ricchi, il ceto medio d’impoverisce e
le file alle mense dei poveri si allungano.
Senza mai sconfessare il proprio amore per la città in cui è nato,
Barbacetto si propone d’immaginare per Milano un nuovo modello,
che metta al centro il benessere di tutti i cittadini, nessuno escluso.
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