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[SPECIALE ]- LIBRI NEL BORGO ANTICO XIV FESTIVAL DELLA LETTERATURA E CULTURA

 


BookLovers
Oggi voglio parlarvi di un festival letterario e culturale che si svolge nella mia città, a Bisceglie, in Puglia. LIBRI NEL BORGO ANTICO  giunto alla sua quattordicesima edizione con clamore e successo. Una rassegna stampa che  avviene nel periodo estivo, come quest'anno dal 25 al 27 agosto tra palchi in cui si susseguono esponenti del mondo letterario, dello sport, dell'economia, della televisione e della cultura, ma anche, segno distintivo dell'organizzazione, le conversazioni con autori/ autrici ed emergenti nelle piazze e nei borghi del centro storico: LARGO CASTELLO, LARGO PIAZZETTA, PIAZZA DUOMO, VIA FRISSARI, PIAZZA TRE SANTI e PORTO VIA N. SAURO.Un evento che riesce a catalizzare l'attenzione delle tv locali e nazionali e riscuotendo grande consenso su testate giornalistiche. 140 autori/autrici, 50 case editrici e ben 400 volontari. Io, del blog, ho avuto modo di partecipare, in veste di blogger, ufficio stampa, reporter, assistente potendo prendere parte a presentazioni, eventi e moderare anche una serata. Ecco qui il recap di quelle giornate
ECCO LA LOCANDINA DELL'EVENTO 

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VENERDI 25 AGOSTO



Nella prima serata ho avuto modo di prendere parte a varie presentazioni. La prima, a Largo Piazzetta, quella di un' autrice Barbara Bertolini, che ha presentato "Donne di Puglia. Dalla rivoluzione napoletana all'emancipazione femminile, un percorso, un tracciato che racconta trame di donne di spicco dalla Puglia alla realtà napoletana attraverso storie, stereotipi, aneddoti, segreti e approfondimenti  Dopo, mi sono ritrovato invece davanti  Daniela Ricchiuti, mia concittadina, che ha presentato "Non ti scordar di me" la storia di una donna che si ritroverà a combattere tra un amore del passato e uno del presente condite da romanticismo e seduzione.  Dopodiché ho assistito alla presentazione di "Fuori dall'armadio! Vite di giovani cristiani LGBT" di Marco Corrado Tridente e Miriam Cosmai. Raccontano delle realtà, testimonianze, accettazione e di inclusione della comunità LGBT con il supporto e direzione da parte del mondo cristiano.  La fine della serata l'ho passata gran parte a Largo Castello con la presentazione di "Il maschio" del campione di nuoto sincronizzato, Giorgio Minisini. Un libro che racconta la sua storia attraverso ricordi, traguardi, competizione, momenti di sconforto e incertezza, ma soprattutto nel tenere alte le aspettative che tutti hanno di te quando sei un campione nazionale e il bersaglio di chiunque. Poi c'è stata la volta di Luca Sommi, che ha presentato "La bellezza. Istruzioni per l'uso" in cui viene messa in risalto una società centrata sulla superficialità, banalità e trascendenza dimenticandosi della soluzione migliore: la bellezza. Quella attraverso la cultura, storica e morale. Diego De Silva, noto autore di bestseller e che ha dato il volto alla serie di successo Rai su Vincenzo Malinconico. Presenta " Sono felice, dove ho sbagliato?" Anche qui torna Malinconico che dovrà affrontare un tema scottante e nevralgico "l'amore" quello che non ha avuto a che fare, ovvero professionale in cui delle persone chiederanno  un risarcimento per danni sinistri sentimentali. Infine, per concludere la giornata, c'è stata la volta, tanto da me attesa, di Gabriella Genisi, "mamma" di Lolita Lobosco che ha presentato "L'angelo di Castelforte" dove un'altra eroina, la carabiniera Chicca Lopez si ritroverà ad affrontare un caso di omicidio in una residenza di scrittori tra tramonti, amore e morte. La Genisi chiude la serata intrattenendo il pubblico raccontando della genesi delle sue due protagoniste dei suoi romanzi e soffermandosi anche su fattori di cronaca mantenendo alta l'attenzione di una piazza gremita. L'abbiamo raggiunta al firma copie, ed è stata cordiale e molto umile verso pubblico e stampa. 

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LARGO PIAZZETTA 

DONNE DI PUGLIA. DALLA RIVOLUZIONE NAPOLETANA ALL'EMANCIPAZIONE FEMMINILE
AUTRICE: BARBARA BERTOLINI


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NON TI SCORDAR DI ME
AUTRICE: DANIELA RICCHIUTI
Concordato con l'autrice ci sarà una recensione e intervista 
FUORI DALL'ARMADIO! V ITE DI GIOVANI CRISTIANI LGBT
AUTORI: MARCO CORRADO TRIDENTE, MIRIAM COSMAI



LARGO CASTELLO
IL MASCHIO
GIORGIO MINISINI
LINK: Il maschio

LA BELLEZZA. ISTRUZIONI PER L'USO
LUCCA SOMMI
SONO FELICE, DOVE HO SBAGLIATO?
DIEGO DE SILVA
L'ANGELO DI CASTELFORTE
GABRIELLA GENISI
SABATO 26 AGOSTO
Nella seconda serata mi sono ritrovato, per la prima volta, a fare da moderatore alla presentazione del libro di Maddalena Malcangio "Volevo un ultimo bacio" presso Largo Piazzetta aprendo la serata. Un romanzo che racconta la storia di due innamorati che si ritroveranno, inconsapevoli anche loro, nel vivere il dramma e le conseguenze nefaste della Pandemia. Un buon inizio per me che andavo a rivestire questo ruolo che è stato divertente e stimolante, così come l'attenzione da parte del pubblico verso la storia di Maddalena. Finita l'intervista, firma copie e foto di rito, ho salutato l'autrice e sono corso verso  Largo Castello per assistere alla presentazione di "Le signore non parlano di soldi" di Azzurra Rinaldi che racconta di donne che parlano di soldi che risulterebbero avide, superficiali, materialiste e ambiziose, ed è qui che l'autrice, tenendo l'interesse del pubblico dal palco spiega come la discriminazione di genere non convenga a nessuno, nemmeno gli interessi economici. Dopo è salito sullo stesso palco Enrico Galiano, che ha presentato il suo "Geografia di un dolore perfetto" che con la sua maestria, simpatia e padronanza riesce a ottenere un forte riscontro da un piazza piena raccontando che anche i "supereroi" cadono, possono farsi male. Qui l'autore indaga sul rapporto più antico e complicato di sempre: padre e figlio e di quando si smette, inconsapevolmente, di essere figli. Dopo la fila chilometrica per il firma copie e averlo conosciuto e salutato, sono corso verso Porto via N. Sauro perchè c'erano delle presentazioni importanti a cui avrei voluto assistere. Assieme a me un valoroso e paziente assistente di viaggio. Qui ho preso parte alla presentazione di Giacomo Sances con il suo "Il Fiore sul Pozzo" un romanzo innovativo perchè ci permette di esplorare il mondo virtuale in 3d attraverso il QR Code, dove il lettore potrà essere anche un videogiocatore e interagire con gli ambienti e personaggi riuscendo a delineare la matassa ai fini della trama: potrà decretare, con una parola magica, un finale lieto o tragico, Inutile dire che ha centrato l'attenzione del pubblico e il mio perchè mi sono trovato davanti un progetto ben definito nei minimi dettagli e con professionalità. Giacomo è stato cordiale, disponibile e molto ironico una volta raggiunto nel backstage per salutarlo e scattare qualche foto, davvero una bella scoperta che, tempo permettendo, vi farò conoscere attraverso un'intervista con lui. Dopo c'è stato Mattia Giuramento con "Nero" che narra la storia di tre uomini: cronista di un giornale locale, poliziotto e un magistrato: si ritrovano a indagare per una serie di sparizioni che hanno un comune denominatore: tutti i scomparsi sono di origine africana adottati da coppie romane. Una storia che attraversa il periodo dei giorni nostri tra razzismo ed estremismo, in cui il bene e male ancora una volta si scontrano. Mattia riesce a focalizzare l'attenzione di un vasto pubblico grazie a una preparazione professionale e umana maturata nel tempo attraverso il suo lavoro di giornalista. Infine, per concludere bene questa seconda serata ho assistito, con enorme piacere, alla presentazione del libro di Giovanni Savastano e Andrea Angeli Bufalini con "Donna Summer. La Voce Arcobaleno" un libro che ripercorre la storia, successi, la gavetta, la gloria, i fallimenti, l'amore, le dipendenze di una regina della Disco e del Pop di sempre: Donna Summer. Andrea e Giovanni, fan della regina, hanno scritto questo libro illustrato mostrando anche facciate inedite della diva avendola anche conosciuta di persona. Durante la presentazione interessante e leggera, hanno creato l'atmosfera riproducendo alcune delle sue hit più famose per intrattenere il pubblico e farlo anche ballare. Ho incontrato gli autori che si sono resi disponibili fin da subito e abbiamo chiacchierato sulle Dive della musica dance che sono la mia (loro) passione.

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LARGO PIAZZETTA 

VOLEVO UN ULTIMO BACIO
MADDALENA MALCANGIO
Qui vi lascio l'intervista che Maddalena Malcangio mi ha concesso tempo fa.

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Volevo un ultimo bacio” alla quattordicesima edizione di Libri nel Borgo Antico
Salve a tutti e tutte, siamo qui con Maddalena Malcangio per presentare e parlarci del suo romanzo “Volevo un ultimo bacio” una storia fatta di amore, dolore e seconde possibilità 


  1. Maddalena, ciao cara. Prima di parlare del tuo romanzo, parlarci di te: chi è Maddalena Malcangio? Cosa fai? Cosa ti ha avvicinato al mondo della scrittura? Dunque, sono una donna di 34 anni Laureata in Lingue e Letterature straniere, lavoro come perito traduttore presso il Tribunale, sono giornalista pubblicista e certamente non per ultimo, bensì come lavoro principale senza orari né ferie, sono una mamma a tempo pieno. Se dovessi parlare un po’ di me direi senz’altro che sono una persona molto idealista, sognatrice, patriottica, con forte senso di empatia, sensibilità e determinazione. Allora, io ho sempre amato scrivere. Dopo l’università mi sono concentrata a trovare lavoro e quindi ho volutamente messo da parte questa passione per la scrittura, in quanto oggigiorno è davvero molto molto difficile trasformarla in un vero e proprio lavoro in grado di sostenerti con la vita, con le spese quotidiane, perché di sola cultura ahimè non si vive. Ho incanalato quindi tutte le mie energie in quei lavori fattibili economicamente, quelli che per intenderci i genitori chiamano ‘lavoro serio’ ovvero che ti fa campare, a prescindere se è o meno il tuo lavoro dei sogni. La scrittura ad ogni modo non l’ho mai abbandonata del tutto, ho sempre custodito un mio quaderno dove di tanto in tanto annotavo dei pensieri e soprattutto non ho mai smesso di scrivere poesie. Poi un bel giorno non so cosa sia scattato in me. Generalmente viviamo molti giorni fotocopia, io li chiamo così, quei giorni uguali, dove oggi è uguale a ieri e sarà uguale a domani, ripetendo una routine che ci rende quasi ciechi e annoiati, finché non arriva il giorno zero in cui succede quel qualcosa che ci spinge a fermarci un attimo, ascoltarci e riflettere. Il mio giorno zero è stato verso i miei 30 anni. Da persona molto riflessiva come sono ho iniziato a tirare le somme di questo primo traguardo e chiedermi: sono dove vorrei essere? Quel che faccio mi gratifica? E ho iniziato a ripensare ai miei sogni, alla mia forte passione per la scrittura e per i bimbi, io sogno di poter insegnare. Ho cercato di sopprimere questi sogni per tanti anni, fingendo di non ascoltare questa voce dentro me, e invano ho continuato a farlo anche dopo perché mi ripetevo che non avevo tempo per scrivere tra casa, famiglia e che quel poco tempo a disposizione dovevo investirlo per un lavoro serio, ma a un certo punto come un vulcano tutto quello che per anni ho voluto schiacciare e chiudere a chiave in un baule, alla fine è scoppiato e venuto fuori a gran voce ed è stato impossibile non ascoltare questo impulso a scrivere. Mi sono messa al pc di notte e ho iniziato a scrivere, e quando scrivo mi sento viva, le dite si muovono sole proprio come succede ai musicisti, mi sento carica, ho una sensazione interiore pazzesca che mi fa stare bene. C’è chi ha bisogno di una camminata, di fare sport per scaricare la tensione, a me invece basta scrivere e sfogo con la scrittura ogni mio stress.

2) Quando è nata l’idea di pubblicare questa storia e perchè? Nel 2022 ho ripreso a scrivere, ho raccolto tutti quei bigliettini volanti sparsi di pensieri che giacevano nel mio cassetto personale, ho riletto il mio quadernino in cui erano annotate riflessioni di interi anni e ho iniziato a pensare come incastrare parte di quei contenuti in una storia. Si trattava del mio primo libro di esordio perciò ho voluto di proposito iniziare con un romanzo contemporaneo, attuale, per avere questo primo approccio con il pubblico. Certamente alcuni eventi familiari mi hanno anche dato l’idea di ambientare questo romanzo durante il periodo pandemico. In realtà non è stato semplicissimo scrivere proprio i capitoli di quel momento, per assurdo, perché c’era dentro di me un rifiuto, una rabbia, un’esasperazione su quel periodo allucinante tanto da non volerne più parlare né ascoltare. Mentre scrivevo a un certo punto mi sono detta: ‘Ma la gente è già esausta e stanca di ascoltare solo la parola covid, c’è proprio un rigetto, un’alienazione…chi mai lo leggerà il libro visto che giustamente noi tutti vogliamo solo dimenticare? Sto sbagliando tutto… ‘ Poi però mi sono resa conto che era passato appena un anno e mezzo eppure documentandomi e rileggendo i vari decreti mi sembravano così assurdi e impossibili da applicare, eppure io li avevo vissuti in prima persona e ho riflettuto sul fatto che in futuro i miei figli studieranno questo periodo e quindi sono di fatto storia, e quindi per tale motivo ho cercato di esser fedele il più possibile alla realtà, ho riportato i decreti ministeriali e cercavo di esser più dettagliata possibile immaginando che questo stesso libro potrebbe esser letto tra 10-20 anni e raccontare davvero un momento storico che ha segnato ciascuno di noi. E quindi potrebbe ritornare molto utile questo romanzo a mo' di cronaca negli anni a venire.

3)Da scrittore a scrittore: quanto tempo hai impiegato per scrivere questa storia? Ho impiegato circa un anno, ma in realtà ci sarei riuscita un pochino prima se avessi avuto più tempo a disposizione considerando la forte voglia di scrivere di cui ero carica. Praticamente io scrivevo di prima mattina e a notte fonda, insomma quando il mio piccolino me lo permetteva. Per la mia famiglia sono sembrata una matta a scrivere anziché dormire per quelle poche ore possibili di pace che offre un neonato, ma a me dava troppa energia positiva, era il mio momento con me stessa. Magari altre donne preferirebbero una giornata in spa per dedicarsi a sé, a me basta stare con il silenzio dei miei pensieri e scrivere.

4)Raccontaci del libro. Di cosa tratta? In maniera sintetica potrei dire che tratta dell’amore di due giovani sportivi che stanno per convolare a nozze, finché il covid irrompe nelle loro vite facendo rimandare e poi sfumare il loro matrimonio. La protagonista principale è Dalia, una ballerina professionista, che si racconta al lettore e si spoglia in ogni suo pensiero più intimo dalla morte del suo promesso sposo fino a quando con fatica lega la sua vita ad un nuovo amore. Questa sarebbe però una lettura riduttiva del libro dove invece vengono affrontate tante tematiche parallele offrendo continui spunti di riflessione partendo da fotografie sociali. Nel libro non viene demonizzato il dolore, ma abbracciato, attraversato totalmente perché credo che cercare di evitare un dolore fingendosi forti porta ad essere condannati a viverlo in modo frammentato e agonizzante ogni giorno. Mi spiego meglio… ritengo che il dolore, quello che segna, lo si dovrebbe vivere appieno per quanto possa spaventare rompersi in mille pezzi e pian pianino rialzarsi raccogliendo e rincollando quei stessi pezzi, perché il rischio altissimo sarebbe fingere di superarlo, mostrarsi quasi indifferenti, ma la quantità di dolore è sempre la stessa e in un qualche modo deve comunque avere la sua valvola di sfogo e come si fa? Con l’apatia, con il nervoso, con azioni o scelte di vita sbagliate, con quell’improvviso e immotivato malessere fisico che non ha alcun riscontro medico, gli esami clinici dicono che siamo ok eppure noi non stiamo bene e non ne capiamo il motivo che invece è tutto quel dolore inespresso. Inizia ad annichilire l’anima lentamente anno dopo anno, finché non ci ascoltiamo dentro per davvero, finché non cominciamo a volerci bene.

5)Cosa rappresenta questo romanzo per te? Visto che ci sono tematiche delicate perché hai deciso di ambientarlo in una situazione come quella della Pandemia? A me non piacciono i libri o i film fantasiosi, genere fantasy, mi piace riportare storie reali circostanziate in momenti storici definiti e realistici nei miei libri anche se in maniera velata all’interno di un romanzo, è quello che ho fatto in questo libro e lo è anche nel mio romanzo prossimo all’uscita.

6)Nel tuo libro c’è una forte presenza del tuo lavoro, quello da giornalista: quanto ha inciso nella scrittura di questa storia? Ti sei documentata, hai fatto ricerche accurate, per raccontare questa storia o ti sei lasciata prendere soltanto dall’ispirazione e “deformazione professionale?” Un po’ entrambe le cose. Certamente mi sono documentata per evitare di incappare in errori storico-geografici, in quanto amo trasmettere la verità dei fatti da giornalista quale sono e non romanzare gli eventi storici. Di mio sono prolissa nello scrivere e logorroica nel parlare, quindi corro sempre il rischio per deformazione professionale di trasformare un messaggio di risposta anche via telefono in un trattato.

7)Nel tuo libro ci sono tre personalità differenti tra loro: Dalia (la mia preferita), Marco e Aleandro. Come hai costruito i loro personaggi? C’è qualcuno di loro che ti somiglia di più e perché? Prima di iniziare a scrivere, in generale, mi creo i miei personaggi, in tutto: altezza, forma del viso, carattere, famiglia, amici, tutto in modo schematico. Una volta costruiti io li ho già nei miei occhi e mi è più semplice scrivere immedesimandomi in loro, è come avere la loro figura davanti a me. Infatti sono così dettagliata nel costruire i personaggi, di cui molte caratteristiche poi neanche sono espresse nel romanzo perché magari non è servito inserirle, ma io ormai so che quella determinata persona tipo la protagonista Dalia è di media altezza, con le lentiggini, capelli rossicci, e non riesco a immaginarla diversamente. Io amo leggere i gialli e nella vita non sono affatto romantica, ma quando scrivo divento praticamente un’altra, l’ho notato sia in questo romanzo che nel prossimo che conto di pubblicare prima di Natale. Dunque alla tua domanda su chi mi somiglia di più come personalità ti direi tutti e nessuno, nel senso che nel libro c’è un po’ di me, è inevitabile, ma non in maniera concentrata in un unico personaggio. Magari mi identifico più con la voce narrante che analizza nel testo gli eventi che si susseguono, accompagnando il lettore a determinate riflessioni, perché fondamentalmente sono una persona molto analitica e riflessiva.

8)Nel libro ci sono riferimenti alla cultura religiosa e nel credere in Dio. Cosa rappresenta per te la sua esistenza? Perché hai deciso di inserire una tematica così, in qualche modo ancora divisoria nella storia? Non riuscirei mai a scrivere né vivere un solo giorno senza pensare a Dio. Per me è in tutte le cose, in ogni giorno che apro gli occhi e vedo un’alba nuova, nei miei successi come qui oggi, ma anche nelle sconfitte e nelle lacrime, in cui ho certezza che Dio con quel determinato dolore mi protegge da altro, mi sta preparando per affrontare qualcosa di diverso, per me ogni cosa che accade ha un motivo invisibile che noi non possiamo conoscere né comprendere, ma che con il tempo invece sapremo intendere e giustificare, quindi ho piena fiducia in Dio. Quindi, lui lo inserisco nei miei libri, in modo rispettoso e delicato, senza risultare assolutamente ripetitiva o pesante, in poche battute di dialogo o riflessione, ma secondo me è molto meglio nominare Dio in un romanzo che leggere libri pieni di parolacce in ogni dialogo, io personalmente non lo sopporto. Ci sta se l’occasione lo richiede far dire una parolaccia al personaggio, magari esasperato da una situazione dove manda tutti al diamine in malo modo, ma io le doserei meglio perché stanno divenendo troppo frequenti e di uso parlato comune già nei bambini delle elementari e personalmente non mi piace. Oggi fa più strano parlare di spritualità che la volgarità

9)La morte, comprensione e accettazione: queste per me sono tre chiavi importanti della storia. Cosa pensi del modo che ha Dalia di affrontare questa situazione? Come già detto per me il dolore va attraversato e non evitato. Ovviamente lo dico perché io sono una di quelle che invece quando ha sofferto per qualcosa ha cercato di silenziarlo e far finta di nulla, a discapito mio alla fine perché come la polvere che si nasconde sotto il tappeto, alla fine rimane sempre lì, così anche con tutto ciò che non affrontiamo pienamente fino in fondo.

10)In questo libro ci sono tanti passaggi che ti fanno pensare che l’amore, quello importante, non possa essere "sostituito" da un altro. Che pensi a riguardo? Penso quello che ho scritto. Ogni persona che attraversa la nostra vita è unica e irripetibile, ciascuno occupa il proprio unico posto dentro noi e non è sostituibile lì dentro. Magari socialmente può sembrare così tutto superficiale, ma non siamo figurine, interscambiabili, siamo persone cariche di sentimenti, portatrici di valori con un bagaglio di vissuto personale e secondo me riusciamo a smussarci e incastrarci a poche persone, ma aderire e combaciare solo ad una. In questo pensiero ho una filosofia molto romantica forse della questione. Per carità l’amore ha forme diverse e non si incontra una stessa persona nemmeno nella stessa persona perché il tempo, l’esperienza forgia i caratteri, le vite, ma secondo me un certo battito al cuore lo si può sentire solo con una sola persona.

Grazie Maddalena per esserti resa disponibile e molto esaustiva nelle risposte.




LARGO CASTELLO

LE SIGNORE NON PARLANO DI SOLDI
AZZURRA RINALDI

GEOGRAFIA DI UN DOLORE PERFETTO
ENRICO GALIANO



PORTO VIA N. SAURO




IL FIORE SUL POZZO
GIACOME SANCES






NERO
MATTIA GIRUAMENTO e  EMILIANO SCALIA
LINK: Nero






DONNA SUMMER. LA VOCE ARCOBALENO
GIOVANNI SAVASTANO e ANDREA ANGELI BUFALINI


DOMENICA 27 AGOSTO
Nella terza serata ho preso parte a tre presentazioni sul Porto Via N. Sauro. La prima, quella di  Piernicola Silvis che ha presentato il suo "L'Errore" che racconta di un criminologo forense, Pepe Ruggieri che lavora per un centro anti- violenza. Il suo mestiere è quello di proteggere donne vittime dell'aggressività di mariti, fidanzati o ex compagni. Ha una vita tranquilla e ordinaria, ma un giorno rientra a casa e scopre che sua moglie, Flo, è sparita, non si trova più. Piernicola, dirigente della polizia di Stato, attraverso la sua esperienza diretta incanta e crea attenzione su di sé durante la presentazione interagendo con il pubblico. A seguire c'è Mina Micunco che con il suo "PUGLIAMinA- Armonie di sapori della mia terra- incanta, delizia e ingolosisce il pubblico raccontando cibi e ricette tradizionali, ma anche riadattate secondo il suo punto di vista esplorando le bellezze culinarie e sapori della sua terra, la Puglia. Non è un ricettario, intorno al piatto ruota una storia della regione, le pietanze descrivono l'evoluzione storica, culturale e sociale. Per concludere, Nicola Macchione presenta il suo "Il sesso semplice". Nicola è un medico chirurgo specializzato  in urologia e andrologia, ha scritto questo libro per dispensare consigli utili sul sesso, sul tabù, sfatando il mito che il sesso è un argomento sporco e proibito, come se fosse qualcosa di sbagliato e inopportuno. Allora  è qui, con questo libro, che si analizza l'argomento attraverso  il sesso nei millenni, ripassando l'anatomia: impariamo ad accettarci e osservarci senza  paura di affrontare eventuali patologie o problemi. Inutile dire che Macchione ha saputo gestire alla grande il palco e intrattenuto il pubblico attraverso la sua simpatia, apertura mentale e fascino catturando l'attenzione del gentil sesso e non solo. Dopo sono tornato a Largo Castello per la chiusura del festival con un ospite d'onore: Paola Barale che ha presentato "Non è poi la fine del mondo. Il potere della fragilità". Paola, dal palco, ha raccontato la sua esperienza diretta con la menopausa a cinquant'anni, che poi può  essere ai trenta o quaranta, non fa differenza, ha spiegato che non bisogna farsi trarre in inganno e nella spirale della paura se succede, ma anzi, affrontare la questione, non arginarla o nasconderla: viverla a 360 ma con la consapevolezza che non è una prerogativa, non un'identità, qualcosa che ti rappresenta. In realtà,  se sai accettarlo e assecondarlo, creando il tuo luogo ideale con ambiente giusto e amici, ti renderai conto che nessuno riderà di te, ma tutti rideranno con te. Paola durante la presentazione racconta aneddoti, segreti e storie che ruotano attorno alla realizzazione di questo libro affidandosi anche ad alcuni suoi amici uomini che con le loro riflessioni hanno dato un spunto a Paola di mostrare anche un aspetto esteriore della questione. Il palco era suo: la piazza invasa. Con il suo charme  ha saputo mantenere l'asticella in alto con simpatia, giocosità, riflessione e provocazione. Alla fine della presentazione Paola si è fermata per il firma copie prestandosi a  una fila abbastanza lunga ad attenderla. Però è stata molto disponibile con i fan e noi della stampa concedendosi senza esitazione. Nel frattempo il festival si è chiuso con il saluto famoso dello staff tra ringraziamenti e concitazione del momento annunciando il countdown per la prossima edizione.
PIERNICOLA SILVIS
LINK: L' Errore



PUGLIAMinA- Armonie di sapore della mia terra
MINA MICUNCO



NICOLA MACCHIONE


LARGO CASTELLO
NON È POI LA FINE DEL MONDO
PAOLA BARALE










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DOMENICA 17 SETTEMBRE

Per chiudere la manifestazione del Festival c'è un ospite che proprio non ha bisogno di presentazioni: Gianrico Carofiglio! L'autore presenta al pubblico "L'ora del caffè" che è un libro scritto assieme a sua figlia, Giorgia. Nel libro spiega come due generazioni così diverse, la sua e quella di sua figlia possono trovare un punto di convergenza, o meglio, un modo per potersi capire senza necessariamente discutere. Racconta nel percorso di questa storia che sicuramente non è qualcosa che avviene nell'immediato e quindi, Gianrico e Giorgia, si sono seduti al tavolino e hanno discusso su argomenti che li hanno più divisi: il clima, il femminismo, il cibo, la politica. Non sono riusciti a eliminare ogni loro divergenza, ma hanno elaborato una serie di ragionamenti in cui ci combaciano entrambi i punti di vista. Durante la presentazione Gianrico ha raccontato com'è nata l'idea di questo libro e dialogato con i ragazzi moderatori che hanno posto domande differenti al nostro autore che tra un pensiero e l'altro ha mantenuto per tutto il tempo la concentrazione e ammirazione da parte di una gremita piazza di gente. A fine presentazione Gianrico, con disponibilità e carineria si è fermato per il firma copie dove c'era un bagno di folla trepidante di poterlo conoscere. Insomma, non si poteva chiedere di meglio per chiudere in bellezza con un autore brillante e dal fascino comunicativo come Carofiglio. Un successo anche quest'anno. Grazie allo staff che ha lavorato assieme creando questa macchina che rappresenta fedelmente questo festival. Grazie ai presidenti, organizzatori, commissione interna, autori/autrici , colleghi, alle agenzie, sponsor, blogger, influencer, case editrici, ufficio stampa e i fantastici volontari! Un viaggio pazzesco e che non vedo l'ora di rifarlo! Grazie a chi mi ha dato fiducia. Grazie a tuttə, alla prossima.

Domenico


L'ORA DEL CAFFÈ
GIANRICO CAROFIGLIO e GIORGIA CAROFIGLIO
LINK: L'ora del caffè
























A cura di Domenico Di Pinto




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INFO
080 396 0970 – 392 601 2185
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via C. Dell’Olio 66 76011 Bisceglie BT



























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