TAKE
Aura Conte, Connie Furnari
Genere: Music Romance/ Hate to Love
Romanzo Autoconclusivo
Pagine: 150
Ebook e cartaceo
DISPONIBILE AMAZON KINDLE UNLIMITED
Data di uscita: 22 giugno 2022
LINK: TAKE
Può
una vacanza di lavoro in Grecia, trasformarsi in un appassionato
incontro con un uomo speciale, per una semplice ragazza
italiana?
Giulia Rinaldi ama la musica e spera che il suo lavoro
da DJ diventi il suo futuro.
Per tale ragione, accetta il suo
primo ingaggio internazionale in Grecia. Lascia così Roma per
Santorini, dove lavorerà in nuovo un club esclusivo.
Senza
aspettarselo, si imbatte nel bellissimo ed eccentrico Vincent Hill,
meglio conosciuto come Phoenix,
star del momento della musica rap. Un uomo che tutte le donne
vogliono ma al quale importa soltanto divertirsi.
Tra i due sono
subito scintille… ma non positive.
Lui è attratto dalla
lingua biforcuta di Giulia, lei lo chiama “l’uomo animale”,
considerando l’oscenità dei testi delle sue canzoni, la sua
arroganza e il modo in cui tratta le donne.
L’amore esplode,
tra le spiagge di Santorini, tra fraintendimenti, gelosie, ripicche.
Un Music Romance romantico e piccante, un’avventura estiva da
vivere fino all’ultimo fiato
BIOGRAFIA AUTRICI
AURA CONTE
CONNIE FURNARI
CONNIE FURNARI Connie Furnari e nata a Catania. Laureata in lettere, appassionata di cinema, pittura e animazione giapponese, ha pubblicato con varie case editrici e vinto diversi premi letterari. Predilige scrivere il fantasy e il paranormal, ma si dedica anche al romance e alla narrativa per bambini. Tutte le opere dell'autrice sono facilmente reperibili on line, sia in digitale che in cartaceo. Collaboratrice di molti web magazine letterari, vive tra centinaia di libri e dvd; adora leggere, disegnare manga, e dipingere quadri. Connie Furnari
BookLovers,
Eccomi qui! Dopo tantissimo tempo, perchè quello ahimè, si è davvero limitato, sono tornato a scrivere recensioni (ne sto programmando molte per l'autunno) e a leggere perchè tra impegni, lavoro e il caldo, il mio peggior nemico, non riesco a gestire tutto quanto con facilità. Ma a parte il dramma di quasi tutte le persone che conosco perchè c'è chi lo ama il caldo (pazzi!), vorrei parlarvi di questo Romance che ho terminato tempo fa e che oggi vi racconto qualcosa. Innanzitutto, doveroso: vorrei ringraziare la generosità di Aura Conte e Connie Furnari e l'aver avuto pazienza, ma le collaborazioni sono tante e sto utilizzando un lavoro sistematico per gestire meglio tutto quanto.
Take è un Music Romance e Hate to Love estivo, fresco e pieno di imprevisti ambientato a Santorini, tra le cupole blu e il candido bianco tipiche caratteriste delle isole greche. Partiamo dalla protagonista di questo romanzo: Giulia Rinaldi, una ragazza italiana universitaria, semplice, molto insicura, anche catastrofica e cervellotica che si paga i suoi studi facendo la DJ per lavoro ma anche una forte passione da sempre: la musica. La sua vita. Nel campo è meglio conosciuta ai noti del meanstreaming come “Stream G. Si ritrova per un caso fortuito a sostituire un suo collega andando nell'isola magica. Qui dovrà lavorare per un mese allo Shoot Club, appena arrivata sul posto incontra un adone mozzafiato dai capelli riccioluti e dal fascino greco ma che biascica un po' un italiano ostentato: Nickolaos Petrakis, ovvero figlio della proprietaria del “B&B Petrakis” dove Giulia alloggerà. Tra loro sembra esserci da subito confidenza e attrazione reciproca, pare. Nickolas è educato e gentile nel porsi con lei, meno lo sarà invece la madre e proprietaria del BB: Mamà, una donna dal carattere forte, uno stile rigido, ferreo, pungente e molto critico: la donna comanda a bacchetta il figlio che, educatamente, ubbidisce ai suoi ordini. La signora Petrakis stabilisce fin da subito delle regole rigide per Giulia, soprattutto perchè non ama il locale notturno dove la ragazza lavorerà quel mese. Ha una specie di pregiudizio e la squadra dalla testa ai piedi come se stesse giudicando Giulia una persona facile dal suo abbigliamento giovanile e comodo. Giulia incontra il rapper famoso di New York, in visita in Grecia per lavoro, Phoenix (Vincent Hill). Un tipo arrogante e sicuro di sè. Assurdamente, la nostra protagonista impavida dalla chioma scura e anima creativa, ci vedrà qualcosa in questo ragazzo tanto da sentirsi perennemente agitata e confusa. I due giocheranno al gatto e il topo per tutto il tempo rincorrendosi tra serate occasionali, spiagge blu e momenti ad alto tasso erotico
La controparte invece di Giulia è Vincent Hill, conosciuto come Phoenix, il miglior rapper di New York City. Vincent, è il tipico pretenzioso che se le canta e se le suona perché a soli venticinque anni è diventato il cantante più richiesto d’America. Viene da Phoenix, in Arizona, da una realtà un po' difficile perché suo padre ha abbandonato lui e sua madre, una donna italiana che si è sempre presa cura di lui. Vincent ha fatto fortuna perché da ragazzino strimpellava con la chitarra, soprattutto per non sentire le urla delle litigate dei suoi genitori, anche per lui si evince che la musica è una passione, ma anche esigenza per evadere, all’epoca, da una realtà opprimente. La musica era la sua resilienza, il suo riscatto di vita. Phoenix, è un tipo esibizionista che si diverte a far infuriare il suo agente e chi gli sta attorno, o ad aumentare i bollenti spiriti delle sue fan mostrandogli le natiche bianche e un membro di tutto rispetto infischiandosene della pudicizia, buon gusto e della stampa. Però sembrano due persone in questo personaggio perché Vincent è il ragazzo che ricorda da dove viene, è riconoscente, ma vorrebbe anche mantenere, nonostante la fama, una sua libertà personale da ragazzo normale, una vita senza paparazzi e copertine scandalistiche. Però, dall’altra parte prevale Phoenix: sempre pronto a sconvolgere tutti, estremo, scontroso, arrogante, sessista, maleducato, senza regole, sentendosi il migliore e credendo che tutti vadano pazzi per lui. Vi dirò, questo suo essere costantemente sconvolgente e migliore di tutti alla lunga un po' stanca, forse anche lui.
Lo stile narrativo della storia si suddivide in due POV: Giulia, la nostra protagonista insicura, buffa e fatalista, e dall’altra il presuntuoso ed egoista cantante Vincent. Di entrambi vediamo i loro pensieri, le loro emozioni contrastanti e sensazioni. Questa tecnica ci permette di vedere attraverso i loro caratteri differenti le persone che sono e, oltretutto, di empatizzare e andare oltre le apparenze. In verità, da come ho vissuto io la lettura perché ovviamente è soggettivo, sono riuscito di più a empatizzare con Giulia, forse evidentemente più vicina a me di carattere e pensiero, contrariamente invece non è successo con Vincent perché attraverso il suo punto di vista, seppur schietto e sfacciato, non sono riuscito a creare un legame, empatia, simpatia minima, anzi, a volte ho trovato forzato il suo essere così in alcune cose. Mi dispiace dirlo perché amo leggere POV differenti perché credo possano servire a conoscere meglio i protagonisti della storia, ma con Vincent, stavolta, sicuramente dettato dai modi che trovo eccessivi e fin troppo l'essere egocentrico, non mi hanno permesso di creare quella sinergia che cerco sempre quando leggo storie di questo genere e con questa tecnica. Credo che, a mio parere, non si abbia approfittato del fatto che si potesse mostrare il vero punto di vista di Vincent, che si potesse analizzare e lavorare meglio sulla sua persona. Okay, sei una star, devi comportarti come tale, quindi sei ribelle e controcorrente, può anche andare bene. Però poi deve esserci quel momento in cui devi essere serio, responsabile e professionale altrimenti significa che non avviene un vero processo di crescita del personaggio. In Giulia ho visto errore e margine di crescita, perché tutti sbagliano, ma Vincent ha perseverato, è andato oltre. E personalmente, a me annoia un personaggio che sembra tratteggiato con forza nell' essere una merda secca. Sì, mi rendo conto che deve anche giocare il ruolo da «cattivo ragazzo» ma, secondo me, non basta. Inizialmente mi incuriosiva perché volevo capire se ci fosse altro di lui, col lungo andare, nonostante volessero mostrare Vincent e non Phoenix facendomi vedere altri aspetti, eppure non mi ha fatto ricredere su di lui, anzi, mi ha confermato. Attenzione: amo il bad boy dei Romance da sempre, ma qui ho dovuto mettere il freno a mano perché era fin troppo. Non amo il tipico uomo tossico misogino. Mi è antipatico e irritante, prima di lui ovviamente Hardin Scott (After). Solitamente sono un lettore che va oltre il resto, perché sono sicuro che ogni persona ha sempre un motivo per comportarsi in un determinato modo, (ovviamente differenziando casi) qui però non ci sono riuscito affatto. Peccato.
La struttura del testo : si evince tantissima descrizione di quello che fanno i protagonisti o chi è nella scena, c’è poco “show don’t tell” ma tanta descrizione, a volte forse inutile per alcuni versi e in certi passaggi dei dialoghi: ci viene descritta quasi continuamente e minuziosamente la Grecia e l’isola di Santorini, ma non ci viene mostrata veramente mai del tutto dagli occhi di Giulia o Vincent. Ci viene descritta, appunto. Non percepiamo totalmente quello che loro vedono, non viviamo sensazioni (eccetto la parte del pensiero dei POV) o emozioni, ma ci viene tutto, o quasi tutto, descritto fedelmente e in maniera statica e comandata. Esempio? Tra i tanti? Vincent, co- protagonista, si definisce spaccone, ma appunto, si definisce dicendolo già di esserlo invece di portarci a capire che lo è attraverso i suoi atteggiamenti o magari come si comporta in una determinata circostanza: è tutto così scritto e impostato perché ci viene riportato l'insieme , invece, come lettore, preferisco quando ci viene mostrato un lato del carattere o magari una situazione. Perché sei spaccone? Cos’è che fai che ti porta ad affermare di esserlo? Perché fa caldo boia? Da cosa si evince? Che sensazione sente il protagonista in quel momento di “caldo boia”? Perché si sente soffocare? Non me lo dire, mostramelo. Ci sono tanti passaggi simili in cui non ci viene mostrato quasi niente ma sempre riportato saldamente. Avrei consigliato alle autrici di usare molto il pensiero dei due POV come espediente così che ci avrebbero mostrato anche aspetti visivi di quello che vedevano, come oggetti, colori, paesaggi: perché le decorazioni sono antiche e classiche della struttura dove soggiornano? Perché al tramonto il mare è spettacolare o dorato? Un dato di fatto, va bene, ma devi anche farmi percepire, attraverso il tuo sguardo, perché è così spettacolare. Non basta mettere una location mozzafiato, bellissima, tonalità bellissime, paesaggi altrettanto e non soffermarsi, con il POV e mostrare ( che gioca soprattutto su quel fattore) che c’è qualcosa di più soggettivo, più intimo e poco impersonale e telematico. Fammi capire il perché attraverso riferimenti, constatazione, punti di vista e osservazione. Invece no, tutto è matematicamente esposto. La scrittura è molto semplice, leggera e a portata di mano senza troppe leccornie o complicanze nel mezzo della lettura, personalmente però avrei aggiunto più dettagli di ciò che circondano Giulia e Vincent. O magari questo è lo stile delle due autrici e non lo sapevo essendo che è la prima volta che leggo qualcosa di loro? Può anche essere questo, non lo so. Quindi ci metto giustamente il beneficio del dubbio. Ripeto, troppe descrizioni, troppo dire cosa succede, secondo me, lungo andare, crea appiattimento e poca voglia di portare avanti la lettura. Le ripetizioni? Vogliamo parlarne? Mi è capitato di trovare le stesse cose dette anche più volte nello stesso capitolo. Si potevano usare sinonimi così da risultare meno ripetitivo il contesto perché si tende, errore di molti, sia chiaro, a ripetere gli stessi concetti e risultare ridondanti e poco attenti. Bisogna fare attenzione a queste cose quando si scrive. C’è anche mancanza dell’ordine temporale, a volte non si capisce quanto tempo sia passato da una situazione all’altra o da un capitolo precedente a quello successivo, non c’è un filo logico, a volte. Dispiace dirlo, ma c’è da rivedere tanto su questi aspetti della struttura.
Considerazione finale Per concludere, Giulia e Vincent come coppia non sono riusciti a prendermi. E mi dispiace dirlo perché sono un inguaribile romantico da sempre soprattutto con i Romance. Però qui non sono riuscito a creare una connessione , complicità ed empatia. Non mi piacevano i loro modi di fare, come avvengono le situazioni tra loro, dove a volte, il rispetto verso la figura femminile viene appiattita e sminuita per dare spazio al testosterone maschile egocentrico del personaggio maschile. C’erano due sessi opposti, si giocava su due fronti differenti, ma si poteva anche strutturare e lavorare in maniera molto più seria e matura una relazione tra loro. Cosa che anche qui, devo dirlo, non è avvenuta. Sembra ci siano obblighi, ricatti psicologici, reazioni spropositate, situazioni tragicomiche, presunzione, arroganza, mettere al primo posto l’essere uomo e quindi essere nella posizione di poter aver tutto e subito come la si vuole. No. Mi dispiace, ma se è questa l’idea dell’uomo cis etero, secondo me, è un’idea stereotipata e intrisa di cliché e pregiudizio perché, fortunatamente, molti uomini non sono come vengono descritti in alcuni romanzi, di questo mi fa piacere. Sono molto oltre, sono uomini che rispettano l’altro sesso, le loro idee, pensieri, stile di vita della donna senza imporsi o avere obblighi sull’umore e la persona con cui si interfacciano. C’è molto di più, si poteva esplorare tanto altro in questo prospetto analitico, e invece, anche qui, è venuto a mancare. Vi dirò, ci sono stati momenti quasi dolci tra loro, momenti in cui si abbassavano le difese e si volevano bene per poi essere deturpate da termini offensivi, forzature, scene di attrazione sessuale e sminuire un'altra persona. Tipo, una questione che mi ha lasciato perplesso è quando, per due toccatine e momenti bollenti tra loro si è fatto un mix di descrizione accurata per poi, nel momento finalmente importante tra loro quando passano la prima notte assieme: tutto viene raffazzonato, velocizzato, quasi si dovesse scappare a prendere l’aereo o finire il libro. Tutto è sembrato precostituito, meccanico e pruriginoso. Vero che non li ho amati loro come coppia, però mi sarebbe piaciuto vedere una scena, come questa, costruita bene e con la giusta attenzione che avrebbe meritato. Insomma, una storia d’amore frettolosa senza costruzione vera e propria, senza una formazione delle due persone assieme. Sono sicuro che con uno studio strutturale di coppia questi due avrebbero creato in me una forte empatia e avrei fatto tifo per loro, invece non vedevo l’ora che finisse tutto quanto.
Detto questo, vorrei precisare, perché mi sembra giusto dirlo che non è affatto un affare personale contro le autrici che ripeto, non conoscono, non ho mai letto nulla di loro, ho sentito parlare di loro, ovvio, ma non avevo mai letto storie scritte da loro assieme. Anzi, mi sono ripromesso di voler anche leggere altro di loro come duo perché sono curioso e vorrei, se ci riesco, ricredermi. Riesco abbastanza a scindere con professionalità tra scrittore e persona: giudico cosa scrive e come, non chi lo scrive, sia chiaro perché sto leggendo troppe polemiche negli ultimi tempi fuorvianti. Ringrazio le autrici nell’aver aspettato il loro turno con educazione e pazienza, davvero. Forse, ammetto, essendo non lettore di questo tipo di sottogenere, avevo aspettative troppo elevate senza considerare che era un romanzo estivo. Non perché stia sminuendo la tematica e impostazione, però magari ho sottovalutato io alcune questioni, mea culpa. Capisco che è mirato a un determinato tipo di pubblico, lo so, però mi è sembrato troppo privo di personalità e incisività. Il finale mi ha lasciato senza emozione, piatto e prevedibile. Perfino il colpo di scena era abbastanza intuibile. Ed è per questo, così come la trafila di parole già spese che affermo una non riuscita di questa lettura. E credetemi, ero spesso sul punto di mollare, ma quando prendo un impegno e un dovere, allora lo porto fino alla fine. L’ho fatto e sono stato sincero, come sempre. Questo qui è un Romance che se volete qualcosa di leggero e spensierato, sotto l'ombrellone, può andare più che bene. Spero che le autrici possano apprezzare il mio pungente ma rispettoso punto di vista.
Grazie, alla prossima.
Domenico
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