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Teresa Vergalli
Una vita partigiana
Finita la guerra, ha terminato gli studi e proseguito l’attività politica: ha partecipato alla creazione dell’Unione Donne Italiane e dell’Associazione delle ragazze, poi ha scelto di diventare maestra elementare, con la missione di contribuire a creare cittadini consapevoli, capaci di coscienza sociale e di solidarietà.
Oggi Teresa Vergalli ha novantacinque anni e dolorosamente osserva che, mentre la storia sembra ripetersi, ancora siamo chiamati a discutere di pace, di diritti delle donne, di scolarizzazione per tutti. Per questo una volta ancora sente il bisogno di raccontare la propria storia. Per ricordarci che tutto ciò che abbiamo conquistato con il sangue e con il dolore – la libertà, la democrazia – non è un’acquisizione perenne, ma deve continuare a essere difeso. E non per forza o solo al fronte, ma nella società tutta.
LINK:Una vita partigiana
S.J. Bennett
Un omicidio molto reale
Un evento improvviso interrompe però bruscamente l’idillio: una mano mozzata viene ritrovata poco lontano dalla dimora reale e la sovrana riconosce subito l’anello con sigillo infilato il dito: si tratta dello stemma dell’illustre famiglia St Cyr, amici di vecchia data dei reali. Quando il nome della sovrana viene, suo malgrado, coinvolto nell’oscura vicenda, Elisabetta deve intervenire, e lo fa, come sempre, a modo suo: insieme alla fedelissima assistente Rozie indossa i panni di investigatrice privata, decisa a far luce sulla vicenda. Anche se risolvere il mistero potrebbe significare scoprire che qualcuno della sua cerchia più ristretta è un assassino.
Il nuovo brillante capitolo di una serie di gialli che ha come protagonista la sovrana, detective appassionata, ricca di acume e ironia.
Arianna Mortelliti
Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni
Arturo Baldi, novantacinque anni, viene portato d’urgenza in ospedale, dove scivola in un coma profondo. A dispetto dei neurologi, che lo escludono categoricamente, la coscienza di Arturo è ancora vigile. In questo misterioso tempo sospeso Arturo riesce a sentire, uno per uno, tutti i componenti della famiglia che vengono a fargli visita in una incessante sequenza di confessioni, sfoghi, preghiere. In quei meandri della coscienza, domina il faccia a faccia con Dado, il fratello inquieto, il pittore talentuoso, il ribelle che manca da anni dentro il teatro famigliare. In questa sorta di popolata immobilità, Arturo risale dall’infanzia fino alla costruzione della grande famiglia che ora, intorno al suo letto, stilla parole e memoria. Così seguiamo l’amore che lo lega a Carolina da tutta una vita, le figlie Dori e Fiore, le nipoti Margherita e Nina, prossima alle nozze, e la pronipote Anna, che ha ereditato dal prozio mai conosciuto l’occhio e la mano da pittrice. Dado è lo specchio per tornare indietro nel tempo, nel formicolio di segreti che alligna là dove la famiglia sembra più salda.
Arianna Mortelliti, alla sua prima prova narrativa ma cresciuta alla scuola del nonno Andrea Camilleri, scrive un romanzo decisamente intrigante, calibrando suspense e informazioni all’interno di una struttura a dialoghi che, progressivamente, scioglie nodi e ambiguità.
LINK:Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni
Veronica Roth
Poster girl
Sonya Kantor conosce molto bene questo motto, visto che ha ispirato, meglio condizionato, gran parte della sua vita. In realtà queste parole hanno condizionato la vita di tutti gli abitanti della megalopoli di Seattle-Portland-Vancouver. Per anni, infatti, hanno dovuto adattarsi a un codice morale molto rigido e a una costante sorveglianza da parte della Delegazione, resa possibile da una sofisticata tecnologia. Poi la rivolta ha cambiato tutto. La Delegazione è stata rovesciata e sostituita da un nuovo governo. Tutti coloro che avevano avuto un ruolo nel regime precedente sono stati rinchiusi insieme alle proprie famiglie nell’Apertura, una vera e propria prigione alla periferia della città. Gli altri, finalmente liberi, hanno potuto proseguire con le loro esistenze.
Sonya, figlia di uno dei membri di spicco della Delegazione e diventata famosa per essere stata, da adolescente, il volto dei manifesti propagandistici affissi per tutta la città, è imprigionata da anni nell’Apertura. Un giorno, un vecchio nemico si presenta da lei con una proposta: se troverà Grace Ward, sottratta alla famiglia dalla Delegazione quando era ancora una bambina, sarà libera. Per portare a termine la missione Sonya sarà obbligata a muoversi in un mondo che non riconosce, di cui ignora i meccanismi, estraneo (ed estremamente corrotto). E, soprattutto, a scavare a fondo nel passato, compreso quello della propria famiglia, anche più di quanto vorrebbe, portando alla luce verità dolorose e difficili da accettare.
A più di dieci anni dal suo esordio con Divergent, Veronica Roth torna alla distopia con un mystery che esplora il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nella nostra società.
LINK:Poster girl
Alric Twice, Jennifer Twice
La custode di parole
«Non ho mai visto nessuno amare le parole come te. E quando dico “amare”‘ parlo di vero amore. Tu parli ai libri. Ma è ora che tu scopra il mondo fuori dalle pagine, che lo guardi con i tuoi occhi. Parti all’avventura. Il mondo ti aspetta a braccia aperte. Ma per questo dovrai spiccare il volo, assumerti dei rischi. Staccati da ciò che ti trattiene. Trova la tua strada, non solo quella che vogliono scrivere per te.»
Arya Rosenwald è una delle tante giovani donne che popolano il regno di Hélios. Ha una passione, però, che la distingue e la divora, tenendola sveglia la notte: le parole. Perdersi tra le pagine consumate dei volumi che affastella nella sua stanza le permette di viaggiare con la fantasia e immaginare di essere una delle protagoniste dei romanzi che tanto ama.
Di assaporare emozioni ed esperienze che difficilmente potrebbe sperimentare nella vita di tutti i giorni, legata com’è al suo piccolo mondo rassicurante fatto di lezioni col precettore, l’aiuto alla madre pasticcera, i giochi con i fratelli, gli sguardi bonari del padre, gli incontri segreti con il principe Aïdan, suo grande amico. Quando però una minaccia invisibile, subdola e spaventosa si allunga sul regno di Hélios mettendo in pericolo quanto ha di più caro al mondo, qualcosa in lei cambia. Arya scopre che un grande destino la attende. Un destino che, ancora una volta, ha a che fare con le Parole, e con la magia racchiusa in esse. Parole che aspettano di essere chiamate dalla persona giusta per poter dare una nuova speranza al mondo intero.
LINK:La custode di parole
Antonino Tamburello
L’amore nasce eterno
L’essere umano è nato per amare ed essere amato, senza alternative. Allora perché fatichiamo tanto nelle relazioni? Perché seguitiamo a inquinare i nostri rapporti d’amore? Perché non conosciamo la natura profonda dell’amore e ciò che l’essere umano diventa quando ama. Questa lacuna, gravissima, produce conseguenze devastanti: delusioni, relazioni disfunzionali, allontanamenti, rifiuti Molte relazioni, troppe, sono ospizi, cimiteri. È un’epidemia di insoddisfazione, di speranze vane e solitudini silenziose, perché ogni giorno trasformiamo l’amore in uno strumento per raggiungere il benessere personale e non lo accogliamo come un dono che arriva e che dobbiamo solo proteggere a tutti i costi.
Tutti noi, infatti, siamo già perfetti, unici, un’unicità che non ha bisogno di un’altra persona per completarsi. Finiamo per sottovalutare la nostra perfezione perché siamo incapaci di riconoscerla. E invece, per imparare a vivere appieno dobbiamo capire che l’amore è un sentimento perfetto che nasce dall’incontro di due perfezioni.
Quando scocca la scintilla, accade qualcosa di meraviglioso che ci fa sentire più vivi. I sensi si potenziano, l’intelligenza si accende, la sensibilità tocca vertici altrimenti irraggiungibili. In quell’istante, quando non siamo ancora legati da promesse reciproche, vincoli sociali e cliché, l’amore non è in alcun modo corrotto, siamo nella perfezione del sentimento, nella purezza iniziale del rapporto, nel suo mistero.
Per imparare ad amare, insomma, bisogna disimparare. Dobbiamo spogliarci delle sovrastrutture tossiche che la società e la civiltà ci hanno cucito addosso nel corso dei secoli per ritrovare un sentimento puro. E dobbiamo liberarci da falsi desideri e brame ottenebranti e tornare a vedere come se ci togliessimo una benda dagli occhi. Questo libro vuole aiutarti a recuperare la vista.
LINK:L’amore nasce eterno
Filippo Nicosia
Gli eroi si baciano
Sono giovani e sensuali; sbandati, idealisti e spregiudicati. Sono poeti, lavapiatti, giornaliste, infermiere, editori indipendenti, modelle e militanti. Sono, soprattutto, corpi che sbattono contro la vita, contro altri corpi e contro Roma, la città che li inghiotte e li risputa nel suo ruminare secolare.
Gli eroi si baciano è la storia di nove vite finite nel vortice di una sera, tra musica, sogni di letteratura, incontri carnali, esplosioni di violenza e bisogno d’amore.
Da un vile agguato fascista del 2005 all’attentato del Bataclan del 2015, la vita dei protagonisti si dipana lungo un decennio in quelli che sono stati definiti come “Anni 0”. Tra fatti privati e avvenimenti storici, il romanzo si costruisce per fotogrammi, tasselli narrativi, illuminando vite inconsolabili e ardenti che poi si spengono nell’ombra della maturità. Eppure niente è perduto, niente è scarto, perché una sola notte può incidere sul destino più di molti anni, e le persone sfiorate o perse lungo il cammino possono accompagnarci per sempre.
Filippo Nicosia costruisce un romanzo a più voci, mettendo sulla pagina personaggi potenti e fragili, sempre costretti a scegliere tra la vita e la sopravvivenza, tra l’avere un prezzo a cui vendersi e pagare un prezzo per la propria libertà.
Gli eroi si baciano racconta la fine della giovinezza, senza nostalgia, ma con l’ardore delle vite in gioco. Dieci anni di storie individuali che in questo romanzo corale pieno di slancio restituiscono la fotografia di giovani venti-trentenni incapaci di pensarsi come “generazione”.
LINK:Gli eroi si baciano
Lavinia Petti
Dove nascono le ombre
Metà anni Sessanta. Elia è un bambino solitario, appassionato di fantasmi e racconti del terrore. A dodici anni la sua vita viene stravolta dalla morte improvvisa della sorellina neonata. La famiglia è distrutta e il padre decide di portare la moglie in una clinica tra le montagne e di affidare Elia alla sorella Giovanna, che vive al Paradisiello, un condominio popolare ai confini della città. Elia è triste e arrabbiato: la zia per lui è un’estranea, che parla poco, sbuffa molto e lo tratta con modi spicci. Non può sapere che davanti a lui sta per spalancarsi l’estate più intensa della sua vita, l’estate delle amicizie totalizzanti e delle prime volte. L’ultima estate prima di diventare grande.
Lentamente vince la timidezza e comincia ad avvicinarsi ai ragazzi del palazzo: i gemelli Simone e Silvia, Nello e la piccola Mosca. Passa le giornate con loro nel grande giardino che circonda il Paradisiello e nel bosco che lo lambisce, giornate estive fatte di tutto e di niente, di partite a pallone, risate, furti di ciliegie e fughe dagli adulti. Ma presto scopre che un’ombra sinistra incombe su quel bosco. Lì, venticinque anni prima un ragazzo è scomparso nel nulla: giocava a nascondino e non è mai più stato trovato, né vivo né morto. C’è chi dice che l’abbia preso il diavolo.
Ossessionato da quel mistero, e in mancanza di risposte, Elia inventa una storia: inizia a disseminare messaggi nel bosco, fingendo che a scriverli sia stato il ragazzo scomparso. Nasce come un gioco, un segreto innocente, ma giorno dopo giorno la bugia si ingigantisce e comincia a sfuggirgli di mano, fino a condurlo sempre più vicino a una terribile verità.
Abilissima nel gestire la suspense che corre tra le pagine, Lavinia Petti ci trasporta, con passo sicuro e lingua immaginifica, nel momento incandescente che separa l’infanzia dall’età adulta, e ci mostra come le storie non sempre siano dei rifugi. In certi casi possono diventare dei luoghi pericolosi.
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