Vi segnaliamo l'uscita di questo interessante libro che tratta di tematiche importanti come la discriminazione di genere. Scritto da Valeria Fonte edito dalla De Agostini
NE
UCCIDE PIÚ LA LINGUA
Smontare
e contestare la discriminazione
di genere che passa per le
parole
Valeria FONTE
Editrice: De Agostini
Genere: studi culturali e sociali, discriminazione di genere
Pagine:237
Formati: E-book (Kindle) e cartaceo (copertina flessibile)
Prezzo: 9,99 E-book e cartaceo 16
Data d' uscita: 25 ottobre 2022
Link: Ne uccide più la lingua
«Se c’è un modo per debellare il dolore a cui ci siamo abituate, deve passare per le parole. Alle donne non si insegna l’arte dell’argomentazione: in genere, ci si aspetta che non abbiano così tanto da dire da doverne fare uso. Qual è il mio compito? Dimostrare il contrario.»
Non
c’è donna che non si sia mai sentita rivolgere parole come
queste. Parole a cui ci si abitua, tanto sono consuete. La
violenza che contengono non ci stupisce, al massimo produce un
groppo alla gola a cui non si riesce a dare spiegazione. E più
queste parole diventano quotidiane, più si rischia di adottare
lo stesso sguardo misogino sul mondo. Del resto, questo
linguaggio non appartiene solo alla nostra quotidianità – il mondo
reale e i social media – ma permea anche le pagine dei
giornali, i salotti televisivi, i comizi dei politici. E non sono
mai solo parole: “ne uccide più la lingua”, perché tutto ciò
che ci permettiamo di dire legittima ciò che ci permettiamo di
fare. Le parole che abbiamo a disposizione danno una forma ai nostri
pensieri e plasmano la realtà. C’è un solo modo per
debellare l’odio di genere che passa per le parole: imparare
a riconoscerle, decostruirle e cambiarle. Valeria Fonte ci guida
in un’analisi arrabbiata, minuziosa e lucidissima di tutti i
discorsi scorretti – che siano apertamente violenti o sottilmente
discriminanti – che leggiamo e ascoltiamo ogni giorno, e che
non possiamo più accettare. Smontandoceli davanti agli occhi,
ci aiuta a capire come rispondere e come difenderci. Perché le
uniche parole con cui dobbiamo parlare, oggi, sono le nostre.
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