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[SEGNALAZIONE]- IL MESSO DEI NUMI - La Guerra del Vespro #1- Estelwen Oriel - WORDS EDIZIONI

 Vi segnaliamo l'uscita di questo Epic Fantasy primo volume della serie:

"La Guerra del Vespro" di Estelwen Oriel edito dalla Words Edizioni



Il Messo dei Numi 

Estelwen Oriel

SERIE: La Guerra del Vespro #1

EDITORE: Words Edizioni

GENERE: Epic fantasy

TARGET: dai 18 anni in su

FORMATO: ebook Amazon (3,99 in offerta lancio a 2,69)

RELEASE DATE: 07.10.2022

LINK:Il messo dei numi

DISPONIBILE SU AMAZON E CON KINDLE UNLIMITED

Quando ogni cosa diverrà cenere, non scordare: dal caos origina l’armonia.”

Belfodor e Man’thur, due fratelli umani, giungono a Galadin per chiedere aiuto all’immortale re Noemathar, il Messo dei Numi, su suggerimento della galadiniana Sarluan. Ella ritiene che il re possa essere in grado di comprendere i problemi che affliggono Belfodor: il ragazzo, infatti, spesso compie azioni che trascendono l’umano, per poi dimenticarsene. Quando arrivano in città, i due compiono l’errore di attraversare il confine proibito e vengono condotti nelle prigioni di Galadin. Durante la notte, Belfodor viene aggredito da uno spirito malvagio e inaspettatamente è tratto in salvo da Talrion, figlio di Noemathar. Ma cosa lega il giovane contadino al principe e perché proprio questo legame sembra essere la scintilla che darà origine al caos? 

La realtà, così com’è conosciuta, verrà infranta, dimostrando la fragilità delle proprie fondamenta. Nessun uomo potrà più aggrapparsi alla fede per identificare se stesso, ma sarà costretto a trovare la propria natura originaria. Scontri epici, antiche creature e il volere dei numi che si appresta a essere compiuto: l’universo intero si prepara a rinascere in questa spettacolare saga corale, volgendo al suo aspetto finale con la separazione definitiva della luce dall’ombra. 



ESTRATTI:


1. Man’thur gridò qualcosa, ma il giovane era rapito, quelle urla altro non erano che un’eco remota. Rimase come congelato: se non fosse stato per il corpo scosso da forti brividi, sarebbe parso morto.

La nube si avvolse su se stessa finché, poco per volta, si delineò un volto scarno e orripilante. Presero forma braccia lunghe e sottili, poi un corpo gracile e smilzo, che appariva sempre più tangibile. Avanzò verso Belfodor che, ridestato dal terrore, cercò di mettersi in piedi. Provò ad aiutarsi con le mani, afferrando le sbarre per issarsi, ma le gambe non risposero e cedettero.

Lo spettro aprì la bocca, con un sibilo agghiacciante chiamò il suo nome, poi balzò in avanti e in un baleno si pose carponi di fronte alla sua vittima. Rimase fermo un momento, scrutandola con le sue iridi vitree e glaciali. Parve sorridere prima di sollevare in alto le mani e, con inaudita violenza, piantò gli artigli nelle gambe di Belfodor, tirando e squarciandole. Un gran frastuono invase le segrete, il silenzio venne spezzato dalle grida inumane del giovane e da quelle del fratello, che come impazzito inveiva dietro le sbarre sbraitando parole d’ira e terrore.


2. «Posso indicarti la via da imboccare, Belfodor» rispose il re, la cui voce dal timbro profondo suggeriva fiducia e saggezza. «Posso insegnarti a capire chi sei veramente, poiché io l’ho visto.»

3. «Il tempo ti guiderà, giovane donna» disse quasi sottovoce. «La tua volontà ti ha portata a prendere molte piccole decisioni di vita, decisioni che sapranno indirizzarti verso la via a cui il cuor tuo protende, poiché ogni spirito giunge, presto o tardi, innanzi al bivio.»

«Quale bivio?»

«L’incrocio dei due sentieri. Da una parte il bianco» disse aprendo la mano sinistra, «dall’altra il nero» fece aprendo la destra. Tenendo infine le braccia aperte e guardando da una all’altra, concluse: «Il bene o il male, il tutto o il nulla.»

«E così, dopo un’intera vita di scelte, solo questa sarà l’ultima?»

«No, bambina. Questa sarà l’unica.»



4. Le ali dell’odestàr squarciarono il vento quando si lasciò cadere alla volta di Noemathar, seguito dal candido stormo che ancora non gli dava tregua. Il re rimase fermo con la spada fra le mani e gli occhi fissi nelle iridi d’oro della creatura. All’ultimo istante, quando il gigantesco capo di Anudharazel fu a un palmo dal suo corpo, si scansò con un energico salto e affondò la punta dell’arma proprio nell’occhio sinistro dell’araldo dei cieli.

5. «Che cosa sono?» la donna chiese dopo un lungo silenzio, mormorando appena quelle parole che nemmeno si accorse di dire.

Sentì le mani del re avvolgersi alle sue e lui, chiudendole sul proprio petto, dichiarò: «Tu sei regina. Regina nel cuore e nello spirito. AzNidaena dama di Alkena, benedetta nel mio nome, patrona di Porto Sacro, diletta di OzDaevyon, scelta dal fato e da adlados OzFealos per mutare le correnti che muovono il mondo.» L’altra non disse una parola e si perse nella profondità del suo sguardo, mentre lui aggiungeva: «Non ti piegherai a nessuno. Indegno di te è stato il passato, indegno fu il luogo e il tempo in cui venisti alla luce, ma a volte il destino opera per vie traverse, scontrandosi con la realtà che spesso non coincide con la verità.»







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