Cari Lettori,
oggi tocca a Sara, una delle nostre new entry parlarvi del primo libro che ha letto e recensito per voi, ovvero la vedova delle rose di Giulia Amaranto.
TITOLO: La vedova delle rose
AUTORE: Giulia Amaranto
SERIE: autoconclusivo
GENERE: romance, con tinte noir
EDITO: self publishing
PAGINE: 156
EBOOK: /
CARTACEO: /
DATA D'USCITA: gennaio 2020
STATE
LONTANO DA LEI: è la prima cosa che dicono ad Andrea quando arriva
in un piccolo borgo che profuma di mandorle e ulivi. Lei è la
"vedova delle rose", come la chiamano in paese, giovane e
bellissima contessa che conosce l'arte dei veleni estratti dai fiori
e che si mormora abbia lasciato due morti dietro di sé. Andrea,
sarto giunto in paese per confezionare abiti per una ricca cliente,
scopre che è proprio la vedova delle rose colei per cui dovrÃ
creare vestiti. Il giovane, che custodisce un delicato segreto sulla
propria vita, sarà sempre più coinvolto dalla contessa, nonostante
l'ombra del pericolo: è stata davvero lei a eliminare suo marito e
il sarto precedente? Tra la servitù della contessa c'è però chi
sostiene un'altra verità ...
Andrea è un giovane sarto che viene
chiamato a Collecaridia per realizzare dei vestiti su commissione di
una vedova benestante, la contessa Altori Rota.
Un’aura di mistero
avvolge la figura della giovane vedova e Andrea ben presto si trova a
fare i conti con i pettegolezzi che circolano sulla misteriosa vedova
e sulle cause che hanno portato alla morte improvvisa del suo vecchio
marito e del precedente sarto assunto per l’incarico.
Andrea non può rimanere
immune al fascino etereo della giovane vedova, che si aggira triste e
sconsolata nelle stanze della immensa villa e nel suo splendido
roseto.
Ma anche il giovane
Andrea nasconde un segreto inconfessabile e la vicinanza con la
bellissima Ljudmila non può che portare a galla emozioni e antichi
dolori personali.
Il comune stato di sofferenza li porta
ad avvicinarsi sempre di più e a trovare almeno un po’ di sollievo
uno nell’altra.
Andrea nel frattempo
cerca di indagare per far luce sugli oscuri avvenimenti avvenuti
all’interno della villa, attirando l’attenzione e l’invidia
degli altri dipendenti della contessa.
Le malelingue del paese
inoltre non permettono alla coppia la possibilità di vivere il loro
amore alla luce del sole, fino al tragico epilogo finale.
L’autrice descrive il testo sempre in
terza persona, non inserendo il POV direttamente dei due
protagonisti. Questo rende la narrazione un po’ più fredda e
distaccata.
La lettura è molto lenta
soprattutto all’inizio, a tratti noiosa. Il finale invece viene
chiuso con troppa velocità , senza dare grosse spiegazioni.
Gli ambienti nei quali si
svolgono i fatti sono molto limitati e descritti in modo
approssimativo (qualche stanza della villa, il roseto, la piazza del
paese….). I personaggi minori sono praticamente inesistenti come
descrizione sia fisica che caratteriale e non portano valore aggiunto
alla trama.
L’autrice introduce
l’elemento relativo all’omosessualità del protagonista che è
francamente inatteso e destabilizza un po’ il lettore.
L’autrice per sua
stessa ammissione, fa “omaggio” ad un classico della narrativa
del ‘900 e purtroppo non riesce a riprodurne la profondità ,
facendo solamente una brutta copia di ambienti e situazioni un po’
banali.
La storia si sviluppa tra il giallo e
il rosa senza dare spazio sufficiente a nessuno dei due generi.
L’ambientazione in un
posto non ben definito non consente al lettore di immaginarsi luoghi
e ambienti con sufficienti particolari. Anche il posizionamento
storico nel 1930 (citato all’inizio e non più ripetuto) è
assolutamente astratto e questo toglie forza ad una storia che poteva
essere sviluppata meglio.
Idee ce ne sono
tante, ma sono tutte buttate nella storia senza ben sviluppare né
una, né l’altra.
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