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[Review Party] Un piccolo odio - Joe Abercrombie (The Age of Madness #1)







Titolo: Un piccolo odio

Autore: Joe Abercrombie

Genere: Fantasy

Casa Editrice: Mondadori

N° di pagine: 498

Prezzo: €18,70 (Cartaceo) / €11,99 (Ebook)

Link per l'acquisto: Amazon












Savine dan Glokta è la figlia dell'uomo più odiato del regno, l'Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po' di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d'un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro. E come deciderà di impiegarla determinerà il destino di tutti. Joe Abercrombie torna al mondo della "Prima Legge" con una saga ambientata alcuni decenni dopo la prima. Vecchi protagonisti cedono il passo a una nuova generazione che si addentra in un mondo ancora più realistico, ironico, brutale e commovente, che riflette e amplifica i drammi della politica attuale.







Decenni dopo gli avvenimenti nella trilogia de "La Prima Legge", le cose non si sono ancora assestate. Anzi, adesso è tutto più complicato: a causa delle nuove macchine che lavorano al posto delle persone, molti si ritrovano senza lavoro. Questo causa sentimenti di rivolta e organizzazioni contro lo status quo. E la situazione al Nord non è cambiata di molto: Nord e Sud sono ancora in guerra, una guerra che Jezal e gli altri personaggi che abbiamo conosciuto nella prima trilogia non possono combattere. Ma i veri protagonisti della storia sono i loro figli, Savine, Orso, Rikke e Leo. E vi assicuro che se non avete letto la trilogia capirete ben poco.

Ho fatto molta fatica a leggere questo libro. La storia non mi ha preso per niente, anzi, in certi punti l'ho trovata proprio noiosa. E il linguaggio scurrile dei personaggi, che è peggiorato rispetto alla "Prima Legge", assieme alla violenza gratuita, non hanno aiutato. Insomma, a me queste cose piacciono, ma Un piccolo odio è abbastanza volgare anche per me.
Però, ho trovato interessante alcuni dei temi, in particolare la crescita delle innovazioni, lo sfruttamento terribile dei bambini, le condizioni di vita delle persone e il loro malcontento che sfocia in ribellione.
Mi è piaciuto anche il fatto che seguissimo un personaggio, Rikke, con la Vista Profonda. Nella trilogia ne avevano parlato, ma non avevamo mai visto la cosa in azione e come essa si abbattesse sulla persona con questo dono. È un po' un'arma a doppio taglio, diciamo.
In realtà ci sarebbe abbastanza di cui parlare, da molti punti di vista, ma non voglio fare una recensione troppo lunga né rivelare qualcosa senza rendermene conto.

Per quanto riguarda i personaggi... Io non lo so. I personaggi di Abercrombie o li ami o li odi, e se nella prima trilogia qualcuno mi è piaciuto, posso dire che mi sono attaccata davvero poco ai protagonisti.
Quella che mi piace di più è Savine, che mi ricorda sia Sand, che le ha fatto da padre, e Ardee, la madre. È una vipera spietata che cerca di imbavagliare i propri sentimenti e la sua coscienza in nome del profitto, ed è la più interessante in un cast non molto appetibile.
Rikke mi è stata da subito antipatica, assieme alla sua maestra. È stronza e a volte sembra davvero debole, e le sue scene sono, a volte, tra le più noiose del libro.
Orso mi pare arrogante quanto lo era Jezal, suo padre, all'inizio della trilogia. Eppure è spinto dal voler fare qualcosa, nella sua stupidità. Insomma, ci prova. Diciamo che non lo scarto del tutto.
E Leo... Be', non so cosa pensare. A volte mi sembra veramente blando, come personaggio.

Per quanto riguarda lo stile e la traduzione... Io e altre persone nel review party abbiamo visto delle differenze nella traduzione che ci hanno fatto un po' storcere il naso. E non so quanto il fatto che abbia trovato il libro un po' pesante sia dovuto ad Abercrombie o al traduttore. O forse sono anche un po' io, che ultimamente ho un blocco del lettore.

Nel complesso, questo è libro di Abercrombie che mi è piaciuto meno, fino a ora; ma non me la sento di sconsigliarvelo a priori, perché, come ho detto, avanza temi interessanti e non visti nella prima trilogia.




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