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[Recensione] L'ultimo Respiro del Corvo - Silvia Brena, Lucio Salvini


Salve a tutti! Oggi vi parlo di un libro che non mi è piaciuto molto, ma di cui vedo comunque il potenziale.


Titolo: L'ultimo respiro del corvo

Autore: Silvia Brena, Lucio Salvini


Genere: Giallo


Casa Editrice: Skira


N° di pagine: 485


Prezzo: €24,50 (Cartaceo) / €6,99 (Kindle)


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Caravaggio è stato davvero ucciso? Come e da chi? E chi ha voluto la sua morte? Il mistero si nasconde tra le pieghe di una copia di un quadro famoso, il "Martirio di sant'Orsola", dipinto dal Caravaggio poco prima di morire e da molti ritenuto una denuncia del suo assassinio. Un mistero che un critico d'arte sui generis, gay, tormentato, ipocondriaco e coltissimo, è chiamato a risolvere. Un cold case che si dipana nel corso dei secoli e che porterà a scoprire i veri responsabili della morte del pittore, ma anche a sollevare il velo su uno dei peggiori casi di corruzione e malaffare all'interno del Vaticano.






Questo è un libro che, dal mio punto di vista, aveva un gran potenziale. Eppure non sono riuscita a farmelo piacere, per molte ragioni.
Non so neanche bene da dove cominciare, quindi abbiate pazienza con questa recensione.

La storia si dipana in due assi temporali: uno dedicato a Dante Hoffman, grande appassionato del Caravaggio, e alle vicende che lo riguardano, in particolare il ritrovamento di una copia del "Martirio di Sant'Orsola"; l'altro riguardante Caravaggio, ovvero Michelangelo Merisi, e la causa della sua morte, un probabile assassinio.
In particolare, la storia di Caravaggio è "raccontata" da Hoffman, nei suoi incontri con vari altri personaggi.

Devo dire che la storia mi interessava un sacco, soprattutto la parte riguardante il Caravaggio, ma poi ho cominciato a leggere e il mio interesse è scemato quasi subito. 
Perché? direte voi.

Per cominciare, forse è il caldo o forse no, lo stile di scrittura mi è risultato pesante e noioso, tanto che non riuscivo a leggere per lunghi periodi di tempo e dovevo fare delle vere e proprie pause. A un certo punto volevo anche abbandonarlo, ma non è una cosa che faccio spesso coi libri e volevo comunque vedere come andava a finire.

Ci sono stati dei punti della storia che personalmente ho trovato irritanti, soprattutto quando i personaggi parlano tra loro e per evitare di mandare avanti il discorso i due autori scrivevano "e si congedò" o frasi simili, che occorrono parecchie volte nel testo. Non so voi, ma a me sembra quasi pigra, una cosa del genere. Si evita il conflitto e si porta avanti la storia come per allungare il brodo.
Una cosa che invece ho trovato interessante, anche se non salva il libro, è la relazione tra Caravaggio e Hoffman e come le loro storie si intrecciano in modo quasi fatale. È un intreccio che di solito apprezzo, se fatto con cura, e credo che in questo libro sia una delle cose fatte meglio.

Per quanto riguarda i personaggi... Li ho trovati irritanti, tutti quanti. E da un certo punto di vista li ho trovati anche molto irrealistici e strani, non nel senso buono. Tra i primi sicuramente Dragone e Militello, che di poliziesco hanno poco o nulla e che mi sembrano i più strani di tutti.
Ma anche Hoffman e Daphne non scherzano, e, tanto per tirare un sassolino fuori dalla scarpa, la relazione tra i due non mi è piaciuta per niente. Soprattutto dopo una certa scena, che mi ha irritato tantissimo e che però non posso rivelare in quanto, comunque, spoiler.
E mi ha irritato anche la relazione tra Dante e Filo, il suo amico/amante che compare davvero nella storia dopo un tira e molla per telefono, solo per aiutare Dante nel momento del bisogno.
Il cardinale Bargero è uno dei personaggi più irritanti, subdoli e disgustosi che io abbia mai visto. Probabilmente però in questo caso è una cosa voluta.
Forse, e dico forse, salvo Bucher, che mi è sembrato un personaggio particolarmente spinto da sensi di colpa e tra i più realistici del libro.

Interessante, questo sì, il rapporto di Dante Hoffman con le sue origini ebraiche, e il suo ritorno alle origini. Sarà perché ho da poco terminato un tirocinio in un museo ebraico, ma è una delle cose più peculiari del libro, soprattutto perché Hoffman è figlio di una non-convertita, e quindi non dovrebbe neanche essere considerato ebreo.
E devo dire che anche la parte di storia riguardante il Caravaggio ha i suoi momenti di interesse: Caravaggio è un personaggio a volte violento, con scatti d'ira e dal sangue bollente. E di lui, ammetto, so poco. Quindi le parti riguardanti il pittore sono state tra le più interessanti in un libro che purtroppo non mi è piaciuto.

Insomma, molto potenziale e, una, a mio parere ovviamente, mediocre esecuzione. Un vero peccato.





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