Care lovers,
Paola Ciccarelli è pronta per farci conoscere una nuova storia, dopo la Bleeding Stars di A. L. Jackson ci porta nel mondo del calcio con M. E. Carter con Groupie l'amore non ha regole, siete pronti a giocare questa partita???
TITOLO: Groupie l'amore non ha regole
AUTORE: M.E. Carter
SERIE: The Texas Mutiny Series
EDITO: self publishing
GENERE: sport romance
PAGINE: 320
EBOOK: 3.99
CARTACEO: prossimamente
DATA D'USCITA: 5 DICEMBRE 2018
Groupie
/ġrùupi/
una
persona, in particolare una giovane donna, che segue regolarmente una
celebrità nella speranza di incontrarla o conoscerla meglio.
Come
ad esempio, Tiffany Wendel.
Puttana.
Troia. Mangiatrice di calciatori. Sono abituata ad essere chiamata
con questi nomignoli, perciò non mi danno fastidio. I giocatori del
Texas Mutiny sono i miei ragazzi. I miei amici. Quindi cosa c'è di
male se mi piace fare sesso spinto con loro? Quello che faccio col
mio corpo è affar mio e di nessun altro.
Allora
perché Rowen Flanigan mi fa riconsiderare il modo in cui vivo la mia
vita? Perché mi fa mettere in discussione le mie scelte? È soltanto
una recluta.
Recluta
/reclùta/
membro
di una squadra sportiva alla sua prima stagione.
Come
ad esempio, Rowen Flanigan.
Calciatore.
Figlio di una leggenda. Recluta.
Certo,
ho sentito le storie che si raccontano sulle groupie. Chi non le ha
sentite? Semplicemente, ho condotto una vita più morigerata dei miei
compagni di squadra. E allora? Non mi aspettavo che lei fosse
intelligente. Spiritosa. Gentile. Mi mette in ginocchio in tutti i
sensi... tranne uno.
Per
quello mi sto conservando per il momento giusto.
Allora
come diavolo ho finito per innamorarmi di una groupie come Tiffany? E
come diavolo potrà funzionare tra di noi quando tutti i miei
compagni hanno avuto un assaggio dell'unica cosa che io non ho avuto?
Biografia:
Madre, lettrice, scrittrice. M.E. Carter non ha mai avuto intenzione
di scrivere romanzi. Ma quando un'amica l'ha praticamente obbligata a
leggere Twilight, l'amore per la scrittura che aveva perso da bambina
si è riacceso. Dal momento che le frulla sempre qualche storia in
mente, non dovrebbe sorprendere che finalmente abbia iniziato a
metterle nero su bianco. Vive in Texas con i suoi quattro figli,
Mary, Elizabeth, Carter e Bug, che sfortunatamente è nato molto
tempo dopo la creazione del suo pseudonimo, e a causa di ciò
probabilmente avrà bisogno di una lunga psicoterapia.
Estratto:
La
porta della camera si spalanca e lo sento parlare con qualcuno. «È
il tuo turno, novellino.» Spinge un ragazzo nella stanza e sbatte la
porta dietro di sé.
Mi
metto seduta sul letto. «Rowen?»
I
suoi occhi si sgranano e un rossore gli sale su per il collo quando
vede il mio aspetto. Gli sorrido. «Hai deciso di venire, quindi. Mi
stavo proprio domandando se ti saresti fatto vivo. Sono contenta che
tu sia qui.»
«Io...
ehm...» Ha difficoltà ad esprimere quel che vuole dire. «Mi
dispiace. Dovrei lasciarti da sola per permetterti di vestirti.»
Si
volta per andarsene ma io lo chiamo. «Aspetta!» Lui si ferma. «Non
c'è problema, Rowen. Non sono imbarazzata o a disagio.»
«Tu
no, ma io sì.»
Non
mi è mai passato per la mente che potesse essere così pudico. La
maggior parte dei giocatori appena vede una ragazza nuda a una festa
le salta addosso. Voglio dire, è il motivo principale per cui siamo
qui. La sua reazione mi lascia di stucco. E mi confonde. In più, la
trovo anche piuttosto dolce.
«Non
credevo che questo ti avrebbe messo a disagio.» Scendo dal letto.
«Dammi un secondo.» Mi infilo i jeans e la maglia rossa del Mutiny,
lasciando perdere la biancheria intima. «Adesso puoi voltarti.»
Rowen
si gira lentamente verso di me. «Grazie» dice. «Non mi aspettavo
di trovarti... ehm...»
«Nuda?»
suggerisco con un sorriso.
«Esatto»
replica in fretta, infilandosi le mani in tasca.
«Vuoi
sederti?» Vado verso il tavolino e mi accomodo su una sedia. Lui ci
pensa su un secondo ma infine segue il mio esempio. I suoi movimenti
sono rigidi e lenti, come se la situazione lo mettesse ancora a
disagio. «Puoi rilassarti» dico. «Solo perché siamo qui non
significa che dobbiamo fare sesso. Possiamo anche chiacchierare.»
Lui
annuisce e si morde il labbro. Si guarda intorno, osservando tutto
come ha fatto al bar. Non ho mai incontrato qualcuno che ama vedere
le cose a cui la maggior parte della gente non presta attenzione.
«Quindi sei una groupie.»
Sbatto
le palpebre, sorpresa. Non è così semplice come rispondere “sì”
o “no”. «Alcune persone mi chiamano così.»
«Tu
come ti definisci?»
«Una
fan.»
«Una
fan» ripete impassibile.
Faccio
spallucce. «Una super fan?»
«Probabilmente
è più accurato.»
«Perché
faccio sesso con alcuni dei giocatori?» Questa conversazione sta
cominciando a farmi incazzare. Non devo giustificarmi con lui né con
nessun altro per le mie azioni.
Lui
solleva lo sguardo, sorpreso, e il rossore ritorna. «Mi dispiace»
dice a bassa voce, togliendosi il berretto e mettendo in mostra una
chioma rosso fuoco. Il colore mi ricorda Carrot Top, ma Rowen è
molto più attraente del comico dai capelli rossi. «Non voglio
sembrare un moralista o altro. So che esistono le groupie, ma non ne
ho mai incontrata una. Sei diversa da come me le immaginavo.»
Sollevo
un ginocchio contro il petto e ci poggio sopra il mento mentre lui si
rimette il berretto. Sono stupita che non sia mai stato con una
groupie prima d'ora. Presumo che giochi a calcio da tutta la vita.
Non è mai andato a una festa? Non credo che il calcio al college sia
molto diverso da quello professionistico sotto questo aspetto. «Come
immaginavi che fossi?»
Rowen
tira un respiro profondo e fissa la parete più lontana. «Suppongo
che mi immaginassi qualcuna che somigliasse di più ad una
prostituta, una con cui nessuno parla davvero e che trascina in uno
stanzino solo per farci sesso.»
«Lo
fai sembrare così osceno.»
Lui
scrolla le spalle. «Hanno cominciato ad invitarmi a uscire solo
poche settimane fa. Non ho mai avuto un termine di paragone finora.»
«Neanche
al college? Ci sono groupie anche lì.»
«Oh
no!» Solleva le mani in maniera difensiva. «Il mio coach era molto
severo su come ci comportavamo, dentro e fuori dal campo. Una cosa
del genere non ce l'avrebbe fatta passare liscia.»
Mi
piace la sua innocenza. Alcuni calciatori si approfittano della
situazione. Adoro fare sesso, quindi ne rifiuto pochi. Ma non sono
tutti dolci come Rowen. O gentili come Santos. La maggior parte è
come... beh, Mack.
«Posso
farti una domanda?» Congiunge le mani e poggia i gomiti sulle
ginocchia. «Perché lo fai? Per divertimento? Cioè, sei bellissima.
E una fan leale. E probabilmente anche intelligente e arguta...
perché permetti a quei coglioni di trattarti così?»
Sono
sbalordita. Nessun giocatore mi ha mai posto questa domanda. Danno
per scontato che sia qui per fare sesso. Vorrei rispondere alla sua
domanda in maniera onesta, ma non so cosa dire.
«Scusa,
non intendo offenderti.»
«No,
non preoccuparti. Ti capisco» ribatto. «È solo che nessuno me l'ha
mai chiesto prima. Mi hai colta alla sprovvista.» Aspetto per vedere
se ritira la domanda, ma non lo fa, perciò cerco di essere il più
sincera possibile. «Mi piace fare sesso. È un ottimo antistress e
ha grandiosi effetti benefici per la salute. E... mi piace e basta»
ammetto, scrollando una spalla. «I ragazzi della squadra sono miei
amici. I miei ragazzi. So che tu pensi che siano dei coglioni, e sì,
molti lo sono, ma ci tengo a loro. È un po' come avere degli “amici
con benefici”.»
Rowen
fa un sorrisetto. «Sono un sacco di benefici.»
Colgo
il tono scherzoso nella sua voce e ricambio il sorriso. «A volte sì,
ma solo se mi va. Nessuno mi obbliga a fare nulla.»
Lui
si appoggia allo schienale della sedia e io osservo il suo viso. So
che sta pensando, ma non so bene a cosa. «Non sono come loro. Non
sono il tipo da “amicizia con benefici”» dice.
«Nessun
problema» replico sommessamente. «Mi piace avere anche dei semplici
amici.»
Mi
guarda dritto negli occhi, facendomi mozzare il fiato. Sembra quasi
che mi stia guardando dentro. Nella parte più profonda di me stessa.
È quasi terrificante.
0 Commenti