Salve a tutti! Io sono una nuova collaboratrice del blog, e mi chiamo Frankie!
Oggi, per farmi conoscere, vi parlo di "Il labirinto di fuoco", terzo libro nelle Sfide di Apollo.
Titolo: Il labirinto di fuoco
Titolo originale: The Burning Maze
Autore: Rick Riordan
Serie: Le Sfide di Apollo
Genere: Fantasy per ragazzi
Pagine: 412
Prezzo: €18 (cartaceo) / €9,99 (ebook)
Questo libro è stato sul mio scaffale da quest'estate fino al momento in cui l'ho letto. Avendo cambiato un po' i miei gusti in fatto di letture, lo stile di Riordan aveva cominciato a darmi noia. Quindi, preso il libro, l'ho lasciato lì per mesi. Fino a quando non mi sono decisa a leggerlo, ed è stato un po' come tornare a casa!
Siamo al terzo libro, e ormai Apollo (o, meglio, Lester) ha capito che per tornare a essere un dio dovrà faticare, e molto. Nerone e Commodo sono ancora in giro, ma c'è un terzo imperatore che Lester dovrà affrontare per liberare il prossimo oracolo. E, anche questa volta, non è solo la sua vita ad essere in pericolo.
Devo dire che non me lo aspettavo, ma la storia di questo terzo libro è stata piuttosto avvincente! Sopratutto perché Riordan prende degli eventi reali (i fuochi in California) e li inserisce spendidamente (e in modo molto doloroso) nella sua storia. Non volevo smettere di leggere, e ogni minuto in cui non potevo continuare la storia era sprecato.
Certamente l'humor di Riordan non è più il mio, perché a tratti lo trovo un po' infantile, ma qualche volta mi sono comunque trovata a ridere. Ed erano momenti necessari, perché la storia si fa sempre più seria.
Il fuoco nel Labirinto, infatti, sta facendo molti danni, uccidendo animali, piante e ninfe. Ed è proprio questo che Lester (Apollo), Meg, e Grover devono fermare. Ci sono punti davvero tristi e seri, in particolare una scena che non mi aspettavo e per cui, nel prossimo libro, aspetto la reazione di molti personaggi che non c'erano e che lo verranno a scoprire. Devo ASSOLUTAMENTE vedere dal "vivo" la reazione di Percy, anche se abbiamo avuto un'anteprima in Magnus Chase.
Riguardo ai personaggi, ormai abbiamo imparato a conoscere Apollo/Lester e Meg, e in questo terzo volume compaiono molti personaggi che già conosciamo da tempo!
Apollo è il solito rompiscatole sarcastico e un po' inetto nella sua forma umana, e non si può far altro che volergli un sacco di bene. Ma quella che vediamo crescere di più e distaccarsi da un passato affatto piacevole è Meg: non solo è un personaggio fondamentale e che io adoro (piccola, sarcastica, cocciuta, molto più coraggiosa di quanto creda), ma il cambiamento che vediamo in questo libro è immenso. Vediamo molto del rapporto tra lei e suo padre, il suo VERO padre, e sono alcune delle scene più belle. In realtà ci sono molte scene che mi sono piaciute, ma sono degli spoiler enormi.
L'unica pecca è che io ho capito subito chi era il terzo imperatore. Chiunque con un po' di conoscenza di storia romana lo avrebbe capito (eh, be', io faccio Storia all'università...), e questo mi ha rovinato un po' la suspense che Riordan ha cercato di creare mettendo degli indizi. Però mi sono divertita lo stesso a leggere mentre i personaggi cercavano di svelarne l'identità!
Devo dire che Riordan mi sembra, nel complesso, migliroato davvero tanto dai primi libri di Percy Jackson. Forse è il tempo trascorso tra un libro e l'altro che me l'ha fatto notare, però questo libro ha qualcosa che gli altri non hanno.
Lo stile è riconoscibilmente il suo, ma questo volume mi sembra più serio e maturo, in un certo senso. E a me questa cosa piace un sacco.
Nel complesso, un libro consigliatissimo
Siamo al terzo libro, e ormai Apollo (o, meglio, Lester) ha capito che per tornare a essere un dio dovrà faticare, e molto. Nerone e Commodo sono ancora in giro, ma c'è un terzo imperatore che Lester dovrà affrontare per liberare il prossimo oracolo. E, anche questa volta, non è solo la sua vita ad essere in pericolo.
Devo dire che non me lo aspettavo, ma la storia di questo terzo libro è stata piuttosto avvincente! Sopratutto perché Riordan prende degli eventi reali (i fuochi in California) e li inserisce spendidamente (e in modo molto doloroso) nella sua storia. Non volevo smettere di leggere, e ogni minuto in cui non potevo continuare la storia era sprecato.
Certamente l'humor di Riordan non è più il mio, perché a tratti lo trovo un po' infantile, ma qualche volta mi sono comunque trovata a ridere. Ed erano momenti necessari, perché la storia si fa sempre più seria.
Il fuoco nel Labirinto, infatti, sta facendo molti danni, uccidendo animali, piante e ninfe. Ed è proprio questo che Lester (Apollo), Meg, e Grover devono fermare. Ci sono punti davvero tristi e seri, in particolare una scena che non mi aspettavo e per cui, nel prossimo libro, aspetto la reazione di molti personaggi che non c'erano e che lo verranno a scoprire. Devo ASSOLUTAMENTE vedere dal "vivo" la reazione di Percy, anche se abbiamo avuto un'anteprima in Magnus Chase.
Riguardo ai personaggi, ormai abbiamo imparato a conoscere Apollo/Lester e Meg, e in questo terzo volume compaiono molti personaggi che già conosciamo da tempo!
Apollo è il solito rompiscatole sarcastico e un po' inetto nella sua forma umana, e non si può far altro che volergli un sacco di bene. Ma quella che vediamo crescere di più e distaccarsi da un passato affatto piacevole è Meg: non solo è un personaggio fondamentale e che io adoro (piccola, sarcastica, cocciuta, molto più coraggiosa di quanto creda), ma il cambiamento che vediamo in questo libro è immenso. Vediamo molto del rapporto tra lei e suo padre, il suo VERO padre, e sono alcune delle scene più belle. In realtà ci sono molte scene che mi sono piaciute, ma sono degli spoiler enormi.
L'unica pecca è che io ho capito subito chi era il terzo imperatore. Chiunque con un po' di conoscenza di storia romana lo avrebbe capito (eh, be', io faccio Storia all'università...), e questo mi ha rovinato un po' la suspense che Riordan ha cercato di creare mettendo degli indizi. Però mi sono divertita lo stesso a leggere mentre i personaggi cercavano di svelarne l'identità!
Devo dire che Riordan mi sembra, nel complesso, migliroato davvero tanto dai primi libri di Percy Jackson. Forse è il tempo trascorso tra un libro e l'altro che me l'ha fatto notare, però questo libro ha qualcosa che gli altri non hanno.
Lo stile è riconoscibilmente il suo, ma questo volume mi sembra più serio e maturo, in un certo senso. E a me questa cosa piace un sacco.
Nel complesso, un libro consigliatissimo
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