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[Recensione] Lexington Avenue (parte prima) Mick Grey


Care Lovers,

oggi Sara ci parla del primo volume della serie Lexington Avenue di Mick Grey, correte a leggere la sua recensione....


TITOLO: Lexington Avenue

SERIE: Lexington Avenue 

AUTORE: Mick Grey

GENERE: narrativa contemporanea

EDITO: self

PAGINE: 434

EBOOK: 3.99

CARTACEO: /











Dayton, Tristan e Leroy condividono un appartamento in Lexington Avenue, a New York. Quasi trentenni, lavoratori e fieri membri della comunità LGBT, scelgono come quarto inquilino di casa Oliver.
Oliver ha sette anni meno di loro, ha appena cominciato a frequentare l'università, viene da una cittadina di provincia e custodisce un segreto che mette a rischio la convivenza. Sarà proprio il suo arrivo a sconvolgere gli equilibri della casa.

Lui cambierà le loro vite. E loro cambieranno la sua.






Oggi vorrei parlarvi di un libro che mi ha colpita molto. Non avevo mai letto nulla di quest’autrice, eppure i temi da lei trattati (nel suo gruppo) mi hanno sempre appassionata. Ero curiosa di scoprire come intendesse affrontare temi difficili come l’accettazione di sé, la transfobia e la paura di esporsi.
Lexington Avenue” è uno di quei libri che aprono la mente. È una storia originale, dolce, ma, soprattutto, profonda… e siamo solo alla prima parte, non immagino come possa essere la seconda!

«Quindi vai, parla e stupisci quei bambocci. Fai vedere come un ragazzo trans della provincia può valere più di loro.» «Lo dici come se fossero cose di cui esser fiero.» Tristan gli riservò un’espressione seccata, di ovvietà. «Perché lo sono, sciocco. Non dovresti nascondere cosa sei. È un plus, un valore aggiunto, una cosa tua. E che dice tanto di te, visto il salto che hai fatto. Dice che hai palle. Non tutti le abbiamo, spesso nemmeno noi che ci siamo nati.»”

Dayton, Tristan e Leroy condividono un appartamento in Lexington Avenue, o, come piace chiamarla all’autrice, “Lex”. Si conoscono da anni, Tristan e Leroy ancor prima di raggiungere New York. Durante le “selezioni” per il nuovo coinquilino, incontrano Oliver.
Oliver ha cominciato da poco l’università, proviene da una piccola cittadina e non ha mai vissuto con dei coinquilini. A primo impatto tutti sono d’accordo con la scelta, Oliver è pressoché perfetto: non ama le feste, è diligente, gentile e rientra in tutti i loro standard. Peccato alcuni di loro non conoscano il suo segreto. Nonostante la loro partecipazione alla comunità LGBT, ci sono cose che non si è disposti ad accettare o a comprendere.
Il forte legame che univa i tre si incrina e cominciano a scaturire i primi litigi. Le paure di Oliver, però, non sono legate esclusivamente ai suoi coinquilini. Il mondo a volte può essere un luogo davvero insidioso, in particolare per chi non è ancora pronto ad uscire dal proprio guscio e rischiare.
L’arrivo di Oliver scombinerà un po’ le cose, tanto da costringerli a distruggere tutti quei muri dietro cui si sono sempre nascosti e portarli ad affrontare le loro insicurezze.

«Ãˆ strano. Di solito le amicizie si fanno da ragazzini, a scuola o al college. A parte Tris, io le sto facendo solo negli ultimi anni. E Oli ha dato l’ultima mano di cemento. Non so bene come e perché, ma ha solidificato tutto, come se fosse l’ingrediente mancante. È stupido?» «No. Anche i muffin sono ottimi senza mirtilli o pezzi di cioccolato, ma se ci sono, lo sono di più. A volte, un solo ingrediente stravolge le ricette.» «Sono felice sia finito nella nostra torta. L’ha compattata ancora di più.»”

Se dovessi scegliere il personaggio che più ho apprezzato… non ne sarei in grado. L’autrice è riuscita a descrivere alla perfezione le emozioni dei quattro. Ognuno di loro ha un passato e delle motivazioni che lo portano a compiere scelte differenti.
Nonostante io conosca da qualche anno questo mondo, mi trovo ancora oggi un po’ in difficoltà davanti storie di questo tipo. Ho sempre paura di non riuscire a cogliere al meglio il messaggio dell’autore, ma, soprattutto, di non riuscire a comprendere i sentimenti del protagonista.
Personalmente, mi sono sentita molto vicina al personaggio di Dayton. Non tanto per aver sbagliato denigrando qualcuno, quanto per non essermi informata abbastanza. Spesso dimentichiamo quanto possa essere difficile accettarsi e, in particolare, farsi accettare. Tendiamo ad escludere tutto ciò che non ci tocca in prima persona, perché “non ci riguarda” ed è sbagliato.

«L’importante è che tu abbia capito e sia cambiato. Si sbaglia, è umano. Quel che conta è la volontà di rimediare.» «Ti giuro che ce l’ho.» «Lo so» rise lei. «Lo so, o non saremmo qui insieme. Non torturarti per gli errori che hai fatto, gioisci dei progressi, invece.»”

La scelta da parte dell’autrice di raccontare la storia esprimendo il pensiero dei ragazzi, ponendoli sullo stesso piano, mi ha incuriosita molto. Il mio primo pensiero è stato “perché l’autrice ha preso una decisione così particolare? Ha voluto osare, ma per cosa?”. Non è affatto semplice scrivere tenendo conto di tutto ciò, io non potrei mai! Andando avanti ho capito perché.
L’autrice ha osato molto ed è stato proprio questo a distinguere la sua storia da tutte le altre. Aspetto con ansia il seguito. Non vedo l’ora di poter leggere ancora di Oli, Tristan, Leroy e Dayton.

Sarebbe stato molto limitante frantumare la narrazione in base ai soli occhi di ogni personaggio per volta. […] Immaginate la narrazione come una macchina da presa, mobile e dinamica. Immaginate un film.”


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